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mercoledì, Aprile 24, 2024
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“Togliti di mezzo, ora comando io”. La primogenita di ‘Cicciotto ‘e Mezzanotte’ cacciò la madre

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Il pm ha chiesto per la nuova componente “Bidognetti” del clan dei Casalesi 338 anni di carcere per i 27 imputati per associazione per delinquere di tipo mafioso, ricettazione ed estorsione, delitti, questi ultimi, aggravati dal metodo mafioso. Tra gli imputati, figurano anche le figlie di “Cicciotto ‘e Mezzanotte”, Katia e Teresa. In “assenza” del padre, Katia e Teresa Bidognetti e la nuora del boss Orietta Verso, moglie di Raffaele, curavano gli affari del clan. Le tre donne sono accusate di aver assunto incarichi qualificanti il delitto di associazione mafiosa, quali: la distribuzione degli stipendi ai componenti della famiglia; l’assistenza economica e legale ai familiari in carcere; la veicolazione di direttive e comunicazioni “da e per” il carcere; il sostentamento, anche attraverso il reperimento di posti di lavoro, di familiari di associati liberi.

La figlia Katia, fin da adolescente, ha sempre mostrato un’indole da “comandante”: secondo quanto si apprende, infatti, fu proprio lei ad isolare sua madre Anna Carrino, poi diventata collaboratrice di giustizia, e a prendere le redini del comando mentre “Cicciotto” era, ed è tutt’ora, detenuto. Katia Bidognetti assunse fin da giovane un atteggiamento di comando anche nei confronti della mamma, tagliandola fuori dagli affari della famiglia e prendendo ben presto le redini del comando. Iniziarono per Anna Carrino giorni di paura che culminarono con la collaborazione con lo Stato e la protezione per le minacce ricevute.

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