I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno denunciato in stato di libertà per possesso ingiustificato di valori, aggravato dalla volontà di voler favorire un gruppo camorristico, un 39enne ed una 33enne, entrambi di Giugliano, rispettivamente genero e figliastra di Giuseppe Dell’Aquila, ritenuto il reggente del clan camorristico “Mallardo” operante a Giugliano e nelle zone limitrofe, arrestato il 25 maggio.
Dopo indagini finalizzati alla disarticolazione dei clan camorristici operanti nell’hinterland partenopeo, i militari dell’arma hanno perquisito su via Santa Maria a Cubito un parco giochi di proprietà della predetta coppia, trovandoli in possesso di 103.410 euro in denaro contante che erano custoditi in 2 casseforti, dei quali non hanno saputo giustificare la provenienza. Il denaro è stato sequestrato, considerato la sproporzione tra il valore dei beni sequestrati e l’esiguità dei redditi dichiarati dai predetti.
Le forze dell’ordine sono alla ricerca di chi ha coperto la latitanza del boss Giuseppe Dell’Aquila. L’uomo è riuscito a nascondersi per nove anni, sfuggendo alla cattura molte volte e sempre in modo rocambolesco, ma mercoledì 25 maggio all’alba è finita la latitanza del boss giuglianese. Giuseppe Dell’Aquila, 49 anni, boss legato ai clan camorristici Contini del quartiere Vasto e Mallardo di Giugliano. A stanarlo sono stati gli uomini della squadra mobile di Napoli, che lo avevano individuato una quindicina di giorni fa in una villetta di Varcaturo: una zona strategica, ai confini tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, dove regna il clan dei casalesi con cui i Mallardo sono in strettissimi affari. Premiate dunque le indagini coordinate da un terzetto di pm della Dda: Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio e Catello Maresca. Giuseppe Dell’Aquila era destinatario di diversi provvedimenti cautelari, l’ultimo dei quali emesso un anno fa con le accuse di associazione camorristica e riciclaggio. Di recente l’uomo, noto negli ambienti della criminalita’ organizzata con il soprannome di ‘Peppe `o ciuccio’, era stato inserito dall’apposita commissione interforze che si riunisce al Viminale nell’elenco dei trenta latitanti piu’ pericolosi d’Italia.