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sabato, Aprile 20, 2024
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La storia del clan Ferrara – Cacciapuoti

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La storia del clan Ferrara ha inizio con Raffaele detto Rafele ’e magliarano, indiscusso leader della struttura criminale di stampo camorristico radicata nel territorio del Comune di Villaricca. I suoi legami forti con i Nuvoletta, ma
soprattutto con Bardellino, gli avevano concesso di costruire una solida base criminale a Villaricca. L’uomo era legato alla Nuova Famiglia che si opponeva alla Nco di Cutolo. Bardellino lo nominò plenipotenziario dei gruppi criminali
operanti nel territorio della Regione con riferimento ai rapporti con la mafia
siciliana. La fine della guerra tra Nuova famiglie e Nco, portò ad una
sorta di rottura tra i Nuvoletta e Bardellino.


Nuvoletta e Bardellino la rottura
.
A sancire la fine del lungo rapporto fu l’omicidio di Raffaele Ferrara ed il successivo arresto di Bardellino in Spagna. Raffaele Ferrara fu ucciso da Vastarella detto naso ’e cane” di Villaricca. Secondo i pentiti c’era differenza tra Ferrara e Vastarella. Il primo era uomo di notevole valore ed intelligenza, autentico alter ego di
Antonio Bardellino e tale, quindi, da non farsi raggirare dai Nuvoletta. il
secondo invece, era uno che i Nuvoletta ritenevano di poter “gestire” a
proprio profitto con grande facilità. Ma Bardellino pose in atto una strategia abilissima grazie alla quale, contemporaneamente, si liberò di
Vincenzo Vastarella e vendicò la morte di Raffaele Ferrara uccidendolo.

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Da lì l’ascesa di zì Mimì,
detto ’o muccuso, nipote di Raffaele detto
Rafele ’e magliarano. “Costui, mantenendo ferma l’alleanza con il clan
dei Casalesi, guidava da quel momento il sodalizio di stampo camorristico dominante in Villaricca” spiegano i pm. Ma c’era un altro gruppo a Villaricca, quello di Domenico Tambaro detto ’o criminale, personaggio legato al Vittorio
Vastarella ed al gruppo camorristico cd. dei Piripicci – facente capo alla
famiglia D’Alterio radicata nel Comune di Giugliano. Il contrasto
finì con l’eliminazione di Tambaro, in quella che viene ricordata come la
strage di Villaricca.

Il traffico di droga
“In relazione all’abituale impegno degli affiliati al gruppo di stampo camorristico Ferrara-Cacciapuoti, operante nel territorio del Comune di Villaricca – si legge nel provvedimento – a partire dai primi anni di questo secolo nel traffico di sostanze stupefacenti di tipo hashish e cocaina – in particolare tramite le persone del Vittorio Maglione detto nas’ stuort, del di lui fratello Francesco, del Claudio Miraglia detto ’o luong’ o dottore o comparone, del Domenico Ciccarelli detto Mimmuccio ’o mucione e del Luigi Ciccarelli detto Giggino ’o fesso, tutte sempre coordinate e dirette dal Luigi Cacciapuoti e dal Domenico Ferrara del 1957 detto ’o muccuso o zi’ Mimì – vanno segnalati questi elementi di fatto: le certe ed inequivocabili emergenze probatorie acquisite nell’ambito del procedimento
penale attestanti il costante e continuativo rifornimento di sostanze stupefacenti effettuato nel corso degli anni 2004 – 2005 dal Vittorio Maglione e dal Claudio Miraglia,
operanti in Villaricca, in favore degli esponenti del gruppo facente capo
alla Angela Incandela”.

L’appoggio di politica e colletti bianchi.
Ma la cosca può contare su ‘amici’ importanti, i
classici colletti bianchi e su politici. Grazie a loro, infatti, si sarebbero
‘centrati’ dei business importanti: dalle costruzioni all’acquisto di
immobili, il tutto con i proventi illeciti provenienti dalla vendita delle
sostanze stupefacenti e dalle estorsioni. Una cosca ben radicata sul territorio. Da ieri il capo clan Domenico Ferrara è rinchiuso in cella, la cosca è stata decapitata e in città si respira
una nuova aria, si respira una maggiore sensazione di legalità e soprattutto di sicurezza nelle istituzioni.

(Mariano Fellico CdN)

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