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venerdì, Marzo 29, 2024
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Giugliano. L’inchiesta: E’ Gennaro Trambarulo l’erede del boss Dell’Aquila

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Un free lance della camorra campana, ma soprattutto anello di collegamento tra i Contini e i Mallardo. Ecco come la Dda descrive Gennaro Trambarulo, classe 1960, indagato nella maxi inchiesta sul clan con base nel Vasto-Arenaccia e diramazioni finanziarie in tutta Italia a partire dalla capitale. Negli ambienti di malavita è soprannominato “Gennaro o’ pazzo” e come tale lo indica l’unico pentito della cosca, Vincenzo De Feo. Ecco quanto ha messo a verbale il collaboratore di giustizia il 16 febbraio 2010, con la consueta premessa che le persone tirate in ballo devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contaria. «È attualmente il responsabile per il clan Mallardo, in sostituzione di “Peppe ‘o ciuccio” che è latitante (all’epoca delle dichiarazioni, ndr). Vi-sto che il clan Mallardo e il clan Contini sono una cosa sola, egli viene a parlare a Napoli con Ettore Bosti o con Salvatore Botta. Ho accompagnato Ettore Bosti a parlare con lui, anche presso la sua abitazione del rione Don Guanella. Viene chiamato a risolvere problemi che riguardano i capi del clan Contini, come quando ci fu un litigio tra Ettore Bosti e Peppe Ammendola, litigio che neppure Salvatore Botta volle risolvere». Ma proprio dall’analisi dei comportamenti di Gennaro Trambarulo, intercettato dagli inquirenti al pari degli altri presunti affiliati alla camorra coinvolti nel blitz di gennaio scorso, gli inquirenti hanno desunto la vicinanza del 54enne ai Mallardo di Giugliano e solo a livello di alleanze, ai Contini. Scrive infatti la procura che “la disponibilità manifestata da Trambarulo a concorrere al sovvenzionamento di Barone Lumaga o della sua famiglia dopo l’arresto del 2007, così come le conversazioni su temi economici con Martinelli confermano senz’altro le buone relazioni esistenti tra i due gruppi. Non se ne ricava però uno stabile e definito ruolo operativo di Trambarulo al servizio del clan Contini”. Tanto più, continua la Dda, “quando l’indagato, in altra intercettazione, afferma di avere a disposizione 50 uomini, evidentemente si riferisce alla sua preposizione a un gruppo diverso dai Contini che potrebbe proprio la compagine giuglianese nella quale lo colloca De Feo, indicandolo vicario di Giuseppe Dell’Aquila detto “Peppe o’ ciuccio”. Gennaro Trambarulo, secondo i poliziotti della Squadra mobile della questura, intervenne per ricomporre una lite tra Ettore Bosti “o’ russo” e Giuseppe Ammendola detto “Peppe o’ guaglione”, latitante ormai da due anni. (fonte: Luigi Sannino – Il Roma)

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