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mercoledì, Aprile 24, 2024
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I giuglianesi ai qualianesi: «Ora il pizzo lo dovete pagare a noi»

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«I soldi che davi a quelli di prima ora li devi dare a noi perché adesso a Quidiano ci siamo noi giuglianesi». Sono queste le parole che alcuni commercianti e imprenditori del comune dell’area nord hanno ascoltato negli ultimi mesi quando, nelle loro attività, si sono presentati gli ‘esattori’ di Giuseppe Strino, ras della cosca dei Mallardo. Un vero e proprio incubo quello durato fino a ieri mattina quando i carabinieri della compagnia ‘Giugliano’, agli ordini del capitano Francesco Piroddi. hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico dello stesso Strino e di 3 suoi ‘accoliti’. L’operazione conclude tma complessa attività investigativa durata oltre un anno e durante la quale i militari hanno potuto documentare almeno 3 casi di tentata estorsione. due dei quali ai daini di cantieri edili. In uno di questi la vittima ha riferito che quando ha compreso di essere dinanzi a una richiesta estorsiva ha obiettato che “a Qualiano non cera più nessuno. Lapidaria la risposta del suo interlocutore, identificato poi in uno degli arrestati, Andrea Sorreatino, che «adesso ci stavano quelli di Giugliano e per questo doveva andare a parlare al Selcione». Un racconto analogo a quello fatto dal titolare di una pompa di benzina cui. una volta avvicinato dal gruppo di Strino, gli sarebbe stato intimato di «non pagare a nessun altro se non ai giuglianesi». Intimidazioni che, ipotizzano i carabinieri, avrebbero fatto capitolare anche il titolare di un autosalone che, fino a quel momento. aveva sempre rifiutato di pagare il pizzo. Il dettaglio è emerso durante l’intercettazione di una conversazione avvenuta tra Strino e un altro sodale durante la quale il ras si ‘vanta’ di essere riuscito a farsi pagare una tangente di 7.500 curo l’anno. Non sempre però la riscossione delle estorsioni va a buon fine: Ne sa qualcosa Alfonso Russo, un altro degli arrestati, che, per essersi appropriato del denaro spettante alla cosca. è stato pesantemente malmenato. E’ lo stesso indagato a raccontare l’episodio alla sua ex fidanzata non immaginando di essere ascoltalo dai carabinieri. Russo, in un’altra conversazione, racconta anche di essere stato allontanato dal gruppo e di essere stato picchiato `cosi selvaggiamente’ da essere stato costretto a rimanere in casa con un occhio gonfio. Un ‘trattamento’ che ha lasciato amareggiato l’uomo al punto da spingerlo a pensare di ‘abbandonare tutto e andarsene’. La sua ‘inaffidabilità’ è confermata anche dallo stesso Strino che, in una conversazione, teme che «Alfonso passa essersi impossessato di 100 euro», soldi provenienti da una possibile estorsione. Sono state le intercettazioni, dunque, l’arma in più che ha permesso ai carabinieri di chiudere il cerchio e identificare gli appartenenti al gruppo di Strino. Un’attività, quella tecnica, che, però, non è stata per nulla facile. Il ras, infatti, temendo proprio di finire sui nastri delle forze dell’ordine era particolarmente attento a non parlare mai in auto e a ridurre allo stretto necessario le conversazioni con gli affiliati. Precauzioni, tuttavia, rivelatesi insufficienti dato che i carabinieri hanno raccolto dalla sua stessa voce alcuni elementi utili a incastrarlo. Ma non c’erano solo cantieri e negozi. Ci sono anche benzinai e un medico. In un caso viene documentato un tentativo di estorsione di cui si sarebbe reso responsabile uno degli arrestati, ai danni del suo odontoiatra. (fonte: Cronache di Napoli)


Clan Mallardo in ginocchio, in cella finiscono altri quattro esattori che si erano insediati sul territorio di Qualiano per riscuotere il pizzo per conto dei giuglianesi. In manette all’alba di ieri sono finiti Giuseppe Strino (nella foto), detto ‘O Toro, 44 anni di Giugliano, considerato il nuovo referente dei Mallardo per gli affari su Qualiano. Strino è cognato di Patrizio Picardi, arrestato l’anno scorso sempre a luglio: Andrea Sorrentino, 37 anni: Francesco Saverio Felaco, 37 anni: Alfonso Russo, 36 anni di Villaricca. A piede libero è indagato anche Domenico Chiariello, detto Mimmo ‘a zoccola per il quale il gip ha rigettato la misura cautelare.

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L’ordine d’arresto chiesto dal pm distrettuale Gloria Sanseverino, porta la firma del Gip Claudio Marcopido del tribunale di Napoli. Gli arresti e le indagini, su delega della Dda, sono state fatte dal Norm dei Carabinieri della Compagnia di Giugliano, agli ordini del capitano Francesco Piroddi. Tante le vittime finite nel racket di Pinuccio ‘o Toro: imprenditori edili, palazzinari, commercianti vari ed anche aziende che fornivano servizi pubblici e studi medici presso i quali gli indagati erano stati pazienti. Strino è un personaggio già noto gli investigatori.

Il mammasantissima è stato incastrato dalle famigerate intercettazioni ambientali e anche telefoniche. Gli investigatori lo tenevano sotto controllo da un anno circa. Strino, sospettando di essere intercettato, parlava poco per telefono e lo faceva usando termini criptati. Ma amava starsene comodamente seduto nella Smart di proprietà della compagna che utilizzava per presentarsi personalmente presso imprenditori reticenti. E’ stata la Smart ad incastrare il “Toro”. Nell’abitacolo erano state posizionate delle cimici e anche un Gps per registrare ogni suo spostamento. A turno, nella piccola Mercedes, con Toro seduto sono saliti Sorrentino, Felaco, Chiariello e Russo per andare a riscuotere il pizzo presso le varie vittime.

Somme anche di duemila euro, tutte in contanti, versate ogni mese. A detta di Strino e dei suoi esattori quei soldi dovevano servire per i carcerati. Chiunque a Qualiano aveva un’attività commerciale o realizzava lavori edili pubblici e privati doveva versare questo contributo per fare un regalo ai carcerati. Strino da un anno a questa parte si è sostituito in tutto e per tutto ai D’Alterio Pianese e al clan De Rosa, decimati da numerosi provvedimenti giudiziari. Sorrentino per la Dda è un affiliato alle dirette dipendenze di Strino con il ruolo di intimidire le vittime. Stesso compito affidato a Felaco, a Chiariello e a Russo che aveva iniziato a lavorare per conto di Strino ma poi a seguito di diverbi anche burrascosi si è allontanato. (fonte: Il Roma)

Leggi anche: Racket e camorra: 4 persone in manette tra Giugliano e Qualiano

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