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UCCISO A GIUGLIANO, IL FRATELLO SCAPPA A CASSINO
Braccato dai killer lampeggia alla polizia che lo scorta in stazione

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GIUGLIANO. La faida di Secondigliano, che sta insanguinando le strade di Napoli, arriva alle porte della Ciociaria: il fratello di Angelo Romano, l’uomo freddato a Giugliano con quattro colpi di pistola nella notte tra sabato e domenica, si è rifugiato nella stazione della stradale di Cassino. Raffaele Romano, 30enne di Scampia, si è accorto di avere i killer alle calcagna. Uomini armati che lo pedinavano in auto e dal volto nascosto dietro al passamontagna. Ha lampeggiato e suonato ad una pattuglia della stradale. Gli agenti si sono fermati e l’uomo ha riferito cosa stesse accadendo. A quel punto è stato scortato fin dentro la stazione dai poliziotti. Ma i sicari non si sono lasciati intimorire: hanno seguito l’auto della polizia fin davanti al portone d’ingresso della stazione, che si trova a due passi dal casello autostradale di Cassino.
Il fatto è accaduto nella notte di martedì. La squadra mobile di Frosinone ha avviato le indagini. Gli investigatori cercano di capire se l’uomo poteva contare su un appoggio sicuro in Ciociaria. Un rifugio dove nascondersi per sottrarsi alla mano dei killer. Se così fosse sarebbe un ulteriore segnale dell’infiltrazione delle cosche in provincia.
Angelo Romano, di 27 anni, è stato trovato agonizzante nella sua auto nella notte tra sabato e domenica, a Giugliano in Campania, nel Napoletano. Romano era stato raggiunto da quattro colpi di pistola al petto. E’ morto poco dopo in ospedale. L’uomo era di Scampia, quartiere alla periferia di Napol i. Sapeva di essere nel mirino dei killer, per questo motivo aveva lasciato la zona. E’ ritenuto un appartenente ai ”scissionisti” e difatti l’auto su cui è stato era di Giuseppe Bencivenga, un altro appartenente al clan che si contrappone ai Di Lauro nella guerra per il controllo degli stupefacenti a Scampia e nei comuni a nord di Napoli. A questo punto entra in gioco Raffaele Romano. Martedì si stava recando al funerale del fratello quando si è accorto di avere due individui alle calcagna. Ha preso l’auto e ha iniziato a girare nel tentativo di seminare i sicari. Alla fine ha imboccato l’autostrada. Dopo un inseguimento ad altissima velocità. Poi, nei pressi del casello di San Vittore, ha incrociato una macchina della polizia stradale. Ha iniziato a lampeggiare e a suonare per attirare l’attenzione degli agenti. Fermato dalla polizia, in pochi secondi, ha spiegato loro cosa stesse accadendo e, sotto la scorta della volante, ha ricominciato la corsa fino alla caserma della sottosezione di Cassino. Lì, armi in pugno, gli agenti hanno scortato il 30enne dentro gli uffici. Il commando di uomini è arrivato fin davanti al portone blindato. Un episodio inquietante su cui la mobile, diretta da Cristiano Tatarelli, sta facendo luce.

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