La camorra casalese infiltrata nel mercato ortofrutticolo di Fondi e ha controllato il trasporto su gomma di frutta e verdura almeno sino al 2010; le conclusioni alle quali, l’anno scorso, giunsero i giudici della seconda sezione penale, collegio B, del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere sono state confermate nel processo di secondo grado e con esse è stato confermato il giudizio di colpevolezza di nove imputati, anche se – in relazione a tre posizioni – il quadro indiziario si è in parte affievolito.
Ieri pomeriggio i giudici della settima sezione penale della Corte d’Appello di Napoli hanno ratificato la condanna per associazione di stampo mafioso che era stata stabilito per Francesco e Paolo Schiavone (il primo è il cugino omonimo di ‘Sandokan’), ritenuti i veri proprietari della ditta ‘La Paganese’ di Costantino Pagano (già condannato in altro procedimento) che aveva acquisito il controllo esclusivo dei trasporti da e per la Sicilia occidentale offrendo in cambio un accesso privilegiato sui mercati campani e su quello particolarmente cospicuo di Fondi (Latina), tra i più grandi d’Europa.
L’accordo con i siciliani venne preso – dice la sentenza – con Gaetano Riina, fratello del capo dei capi Totò, che ieri si è visto confermare la condanna a sei anni di reclusione. Condanne confermate anche per Antonio Panico di Giugliano (4 anni e 6 mesi; difeso dall’avvocato Paolo De Angelis), che rispondeva di un episodio di usura, e per il collaboratore di giustizia Graziano Felice (2 anni e 6 mesi). Lo sconto di pena, invece, è arrivato per quattro imputati, che si sono visti escludere alcune contestazioni rispetto al precedente giudicato: i fratelli Almerico e Gaetano Sacco di San Pietro a Patierno sono stati mandati assolti dall’accusa di estorsione, mentre sono stati condannati per illecita concorrenza aggravata dalla matrice camorristica. Per quest’ultimo capo di imputazione i Sacco hanno rimediato sei anni di reclusione; Almerico è stato difeso dagli avvocati Claudio Davino e Antonella Genovino; Gaetano Sacco è stato difeso da Antonella Genovino.
I due – secondo la ricostruzione accusatoria – sarebbero riusciti ad “annientare” la concorrenza della “Junior Trasporti”, escludendo tutte le ditte operanti nel settore del trasporto su gomma da e per i mercati ortofrutticoli della Sicilia, della Calabria e della Campania, imponendo agli imprenditori del settore di rivolgersi esclusivamente alla loro ditta. Sconto di pena anche per Salvatore Fasanella (di San Marcellino), condannato a nove anni solo per illecita concorrenza aggravata dalla matrice camorristica: è stato difeso dall’avvocato Emilio Martino. Fasanella era considerato un uomo di fiducia di Costantino Pagano. Pena ridotta, infine, per Antonio Pagano che di Costantino è il padre e che era titolare “sulla carta” della Paganese: ha rimediato sette anni a fronte dei precedenti nove anni.


