Ancora una volta l’opposizione si è dimostrata non degna di tale ruolo: ha manifestato, palesemente, la sua volontà di non voler andare a casa. L’assenza del gruppo Abbatiello- Passariello, il maldestro tentativo dei consiglieri Coppola e Bertini, che hanno più volte ricordato al sindaco che non si trattava di una mozione di sfiducia, bensì di una semplice censura, ne sono la prova lampante.
Quasi quasi Bertini si era anche pentito di averla presentata perché non pensava facessimo sul serio. Cosa dire, poi, di un Coppola che ha criticato il nostro comportamento, facendo paventare anch’egli che non facessimo sul serio. Proprio lui che, dopo aver sottoscritto un comunicato stampa riguardo al Giardino dei ciliegi, ha sconfessato persino il suo gruppo consiliare, scappando prima del voto e abbandonando la nave. E se per caso qualcuno avesse avuto il dubbio che a Marano esiste una vera opposizione, vi posso dire che sono riusciti dove nessun altro era riuscito in precedenza: hanno mantenuto il numero legale per tutta la durata del Consiglio a una maggioranza che non aveva nemmeno i numeri per poter andare avanti. Non è senso di responsabilità, ma solo paura di andare a casa, cari concittadini.
Il mio voto favorevole alla mozione di censura non riguarda solo il PIP, ma è la somma di una serie di mozioni (parco progetti regionali Por/Fesr- Sala commiato- Popolazioni sarde alluvionate- Adesione al sito decoro urbano- Questione canoni idrici- Contratti locazione agevolata), approvate dai consiglieri ma mai messe in pratica dal sindaco Liccardo e dalla sua giunta.
Mi è toccato sentire che, dopo due anni, il sindaco vuole costituire una commissione per la questione Pip, formata dai consiglieri di maggioranza e di opposizione. Una proposta arrivata fuori tempo massimo e inutile. Senza nulla togliere ai colleghi, dove non sono riusciti dirigenti e assessori, cosa avremmo potuto mai fare? Avrebbero voluto ancora una volta prendere in giro tutti, come fu fatto per la commissione per l’emergenza lavorativa in città. Il puzzle sembra prendere forma. Dopo aver chiesto soltanto il rilancio dell’amministrazione, un azzeramento per poi ripartire insieme condividendo con trasparenza e collaborazione e programmando i prossimi tre anni, ci siamo sentiti dire solo una cosa: “se votate a favore la mozione di censura io annuncio le dimissioni”.
Sindaco, se questo è il tuo modo per risolvere i problemi, sii sereno: non ti fermerò. La mia, la nostra non era una richiesta di poltrone, non ci interessavano e non mi interessano, ma il sindaco ha voluto, ancora una volta, fare orecchie da mercante, fidandosi esclusivamente del suo cerchio magico: cattivi consiglieri che hanno solo contribuito a rendere più disastrosa la situazione.
La mancata emissione dei ruoli dell’acqua, la non risolta questione dei loculi cimiteriali, l’addio di numerosi dipendenti comunali, l’infelice scelta di alcuni dirigenti, la mancata apertura dell’isola ecologica, il crollo della raccolta differenziata, la mancata capacità di incasso: sono anche queste le motivazioni che mi hanno spinto, tra l’altro, a votare contro il primo cittadino. Mi sono assunto le mie responsabilità, con chiarezza, senza doppi giochi. Anch’io ho commesso qualche errore, certo, e sono pronto ad assumermi la mia parte di responsabilità. Io, però, contrariamente ad altri ho deciso di uscire allo scoperto, di agire con chiarezza chiedendo un cambio radicale. Una svolta attesa, auspicata, che si è infranta tuttavia contro le resistenze di chi non vuole cambiare, vuoi per interesse personali, vuoi per mancanza di coraggio.
Marco Tagliaferri, consigliere comunale


