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Marano. Ricciardiello e Sansone: «la verità sulle dimissioni del sindaco? Ve la diciamo noi»

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La vicenda delle dimissioni del sindaco Liccardo tiene ancora banco e dopo gli interventi dei partiti di opposizione, che hanno aspramente criticato l’operato dell’amministrazione comunale, fino all’epilogo di qualche giorno fa, stamane ad intervenire sono due dei sei consiglieri comunali dissidenti: Salvatore Ricciardiello e Giorgio Sansone, che accusano il sindaco di essersi chiuso nel suo “cerchio magico” ignorando gli altri esponenti di maggioranza e “tradendo” di fatto gli accordi con quest’ultimi.

«Il Sindaco vuole far credere che ha rassegnato le dimissioni perché non si è piegato alle nostre “ulteriori” richieste di poltrone in Giunta e che noi barattiamo il nostro sostegno come faceva la vecchia politica. La verità è che in nessuna scelta del Sindaco abbiamo mai interferito, in particolare non abbiamo contribuito a comporre la Giunta iniziale né ci è stato consentito di decidere su quella attuale» scrivono i due esponenti della maggioranza.

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Ipocrisia. «Leggendo i nomi degli assessori in carica si intuisce, facilmente, che gli stessi sono, in prevalenza, diretta espressione del cosiddetto cerchio magico, ossia di quei consiglieri “vicini” al Sindaco, quelli che (a parere del Sindaco stesso) non barattano il voto, che non appartengono alla vecchia politica, ma che, però, occupano, in maniera inossidabile, le poltrone in Giunta».

Promesse tradite. «E’ invece l’atteggiamento del Sindaco nei confronti di costoro ad essere stato (fin dal primo giorno) tipico della “vecchia politica”, un modo di intendere la vita amministrativa che lo ha indotto a nominare una Giunta di natura politica atta ad accontentare le richieste (o forse le imposizioni?) di pochi consiglieri (ma non solo di consiglieri) e non certo volta a risolvere i reali problemi della Città, rimangiandosi di fatto le promesse fatte agli elettori in tema di rinnovamento e di maggiore spazio ai giovani».

Fallimento. «La Giunta scelta, infatti, non ha prodotto i risultati sperati; i problemi irrisolti erano e sono rimasti tantissimi: il P.I.P.; la variante del Cimitero; la mancata emissione dei ruoli dell’acqua (che ha causato l’accumulo di arretrati di oltre due anni e che comporterà l’emissione di bollette salatissime ai cittadini); la mancata lotta all’evasione della tari; l’annosa questione del giardino dei cinque sensi, rispetto alla quale il Sindaco non ha mai fornito una risposta precisa; la mancata alienazione del patrimonio comunale e molti altri argomenti oggetto di provvedimenti votati in Consiglio Comunale e mai espletati».

Inversione di rotta negata. «Con la nostra richiesta di azzeramento della Giunta, abbiamo tentato di porre fine ai metodi della vecchia politica adottati dal Sindaco, per dar vita ad un organo capace di dare risposte concrete alla Città e non solo le poltrone ai soliti noti».

Ricatti veri. «Questo, però, gli creava troppi problemi: non gli consentiva di mantenere gli accordi politici che egli stesso aveva preso, non certamente insieme a noi, all’atto della sua elezione. Tutti sono rimasti comodamente incollati alla propria poltrona, con alcuni a rinfacciargli finanche il sostegno fornito al suo candidato nelle elezioni regionali; quindi, il “ricatto” ed il “baratto” appartiene ad altri e non a noi, che non abbiamo mai avuto poltrone da difendere (altro che “ulteriori” richieste!)».

Motivazione reali. «Se veramente il Sindaco fosse stato vittima di un nostro ricatto, avrebbe dovuto presentare le dimissioni in quel momento e non solo dopo la censura ricevuta in Consiglio Comunale. Quindi, le motivazioni delle sue dimissioni non sono credibili; sono meramente ed ingiustamente diffamatorie nei nostri confronti ed hanno il solo intento di nascondere il suo fallimento amministrativo e politico. La verità è che ha sfruttato il nostro dissenso per prendere la palla al balzo ed andare a casa, consapevole di non poter più difendere il suo cerchio magico, le sue poltrone e di non riuscire a mantenere i suoi impegni politici».

Squallore. «La Città questo deve sapere e non le sue infondate illazioni. Non è il primo Sindaco dimissionario a Marano, ma il primo a farlo in questo modo squallido».

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