La definizione di apparente “bambinone acqua e sapone” non può non essere azzeccata in questo caso; il Sindaco Liccardo è tutt’altro che un bravo ragazzo. Capiamo che l’ultimo scoglio cui può aggrapparsi è un maldestro ed ignobile tentativo di addossare le colpe del suo fallimento politico ad altri (proverbiale è ormai la tattica Liccardo di fuggire dai problemi e scaricare tutto sugli altri; in questi due anni ne ha data ampia dimostrazione). Vuole far credere alla città di essere una vittima ma in realtà le sue dimissioni erano un atto dovuto per porre fine ad una stagione politica inconcludente e deludente di cui egli è artefice, nella quale si è trincerato nel suo “cerchio magico” respingendo le proposte di chi ha contribuito (determinato!) alla sua elezione ed ha creduto di poter partecipare fattivamente al rinnovamento tanto agognato.
Nei suoi patetici comunicati parla di “ricatto”, di “attaccamento alle poltrone”, di “metodi da vecchia politica”, di “tradimento consumato”; accuse ingiuste e mistificatorie che vanno immediatamente rispedite al mittente.
Il “ricatto” è quello che lui ha posto in occasione dell’ultimo consiglio comunale intimando con metodi da far west “O VOTATE COME DICO IO O SI VA A CASA”. Non abbiamo accettato questo diktat e abbiamo dimostrato di non aver paura di andare a casa e di non essere interessati o attaccati ad alcun tipo di poltrona. Dopo due anni di immobilismo abbiamo coscienziosamente chiesto al sindaco un’inversione di rotta, il rilancio di un’amministrazione impantanata, un azzeramento totale per poter ripartire e buttarci alle spalle due anni di inerzia. E questo sarebbe un RICATTO?
I “metodi da vecchia politica” che il sindaco tanto disprezza sono stati da lui adottati fin dall’inizio della consiliatura assegnando le poltrone ai suoi fidati e dando vita ad una Giunta che finora, come è ben visibile sotto gli occhi di tutti, non ha dato risposte concrete alla città.
L’unico tradimento è stato quello del Sindaco nei confronti dei suoi elettori e nei confronti di chi come noi aveva creduto in una svolta concreta.
Una svolta che non si è neppure intravista, anzi la situazione sembra essere addirittura peggiorata e neppure una parte di quel programma elettorale che avevamo condiviso si è realizzata: i problemi annosi che affliggono l’ente non sono stati neppure affrontati (PIP, cimitero, ruoli dell’acqua), le tasse che gravano sui cittadini non sono state ridotte e la capacità di riscossione non è aumentata, l’immondizia invade la città ed anche se si risolve temporaneamente la questione dei rifiuti è ben lontana dal trovare la sua soluzione definitiva, il personale del comune è ormai ridotto all’osso complice l’addio di numerosi dipendenti (tecnici, dirigenti, segretario) che hanno preferito lasciare un’amministrazione incapace guidata da un Sindaco che spesso è volentieri si è lasciato andare a comportamenti poco ortodossi (incluso esplosioni di insulti e lancio di oggetti contundenti).
La verità sulle dimissioni del Sindaco è che già da tempo aveva intenzione di mollare tutto, consapevole di non essere all’altezza di sostenere il ruolo a lui affidatogli e di affrontare i molti e gravi problemi che era evidente lo affliggessero anche psicologicamente. Pertanto, ha vigliaccamente approfittato del nostro voto alla mozione di censura per abbandonare la nave, una nave che, insieme alla sua ciurma di malfidati, non era in grado di capitanare. Al consigliere Bertini, che ormai vaneggia e non ne azzecca più una, fallito anche nel suo disperato tentativo di conservare la sua poltrona di showman del Consiglio comunale cercando di dissuadere il Sindaco dalle dimissioni, dobbiamo riconoscere che l’unica verità che ha detto in questi anni è “chesta faccia d’angelo te serve pe n’gannà”.
I Consiglieri
Angela Di Guida
Eduardo Pellecchia
Pasquale Catuogno

