Dai toni esasperati che la contesa ha assunto, dagli gli stracci che volano senza alcun ritegno e senza risparmio da parte di tutti contro tutti, ci sarebbe da pensare che le vie del Signore questa volta siano davvero finite e che la decisione del Sindaco di piantare baracca e burattini e ritirarsi a vita privata sia veramente definitiva e irreversibile, d’altra parte, vista la piega che le cose hanno preso sarebbe logico ritenere che una ricomposizione dei cocci sia sempre più improbabile e sempre meno ipotizzabile, però c’è qualcosa nell’aria che non ci convince a pieno e, d’altra parte, con la faccia di culo che si ritrovano, non è che ci meraviglierebbe se alla fine dal cilindro mefitico uscisse la sorpresa…
“Sindaco non mollare”: Pare che concludano con un accorato invito al Sindaco a ripartire per una nuova stazione della Via Crucis gli otto residuati bellici che costituiscono il manipolo di irriducibili che sta formando la testuggine intorno al primo cittadino anche se fra questi c’è chi nel recente passato l’ha già messo con le spalle al muro formando un asse di ferro con gli odiati diguidiani per reclamare un “assessorato pesante” per il fatuo Belmare; per non mollare, però, bisogna ricostituire i numeri di una maggioranza che allo stato delle cose sembrerebbe definitivamente volatilizzata…oppure c’è qualcosa che si sta tramando nell’ombra?
“Pronto? Che ne dici se ci prendiamo un caffè insieme?”: Questa è la telefonata che sta raggiungendo una buona quantità di consiglieri di opposizione che non si sono mai visti tanto gettonati come in questo momento e sembra che il caffè stia scorrendo a fiumi fra una chiacchiera e l’altra alla ricerca di improbabili e indecorose connivenze che potrebbero integrare il ventilato recupero della parte non diguidiana dei dissidenti che giurerebbero di non aver mai sottoscritto i comunicati preparati su commissione dal solito personaggetto unto del Signore che recentemente si è preso la briga di correggere un certo Alessandro Manzoni probabilmente scambiandolo per un nuovo concorrente della cronaca locale.
Tre momenti topici. Sono intanto in calendario tre momenti che possono in parte aiutare a capire le cose come stanno e in parte possono modificare sostanzialmente gli scenari.
L’assemblea pubblica del Sindaco. Si terrà stasera una “pubblica assemblea” nella quale il Sindaco si propone di spiegare le motivazioni della sua scelta dimissionaria e soprattutto di raccontare le mirabolanti gesta della sua amministrazione. Prudentemente è stata scelta la Sala Cavallo adatta alle riunioni di piccoli gruppi, ma sarà molto indicativo il tono che terrà il primo cittadino e quello che potrebbero tenere eventuali interventi critici da parte di qualche fan dei dissidenti.
Il Consiglio comunale di giovedi 6 agosto. C’è uno strano articolo 23 nello Statuto Comunale di Marano che prevede, aldilà di quanto indica la legge, che il Sindaco dimissionario si presenti nella pubblica assise entro dieci giorni da quando ha protocollato le dimissioni perché il civico consesso ne “prenda atto”. E’ chiaro che l’aula consiliare, nel clima infuocato che si è formato, rischia di diventare una polveriera ma è anche possibile che diventi l’occasione per far volare qualche colomba che depositerà a destra e a manca ramoscelli di olivo. Una cosa è certa, comunque vada la discussione il Sindaco resterà in carica fino al 20-21 agosto quando scadranno i 20 giorni che la legge concede per un sempre possibile ripensamento.
Il bilancio. Se entro il 20-21 agosto il bilancio di previsione 2015 arriverà in Consiglio saranno i Consiglieri Comunali a decidere di approvarlo per consegnarlo poi come efficace strumento programmatorio al subentrante Commissario Prefettizio; qualora non arrivi in tempo utile o nell’ipotesi che non venga approvato sarà il Commissario a provvedere infischiandosene altamente dello schema già predisposto dalla Giunta e tutto lascia presagire tempi ancora più amari perché il Commissario che deve rimanere a Marano per 8-9 mesi cercherà soprattutto di non avere rogne e di non correre rischi e valuterà con particolare favore l’idea di dichiarare un dissesto finanziario che gli leverà dal fuoco tutte le castagne bollenti e condannerà definitivamente la città.
Riuscirà il Sindaco a portare il bilancio in Consiglio prima che scadano i fatidici 20 giorni?
Che faranno, in questo caso, i dissidenti? Voteranno contro facendo l’ultimo sfregio alla città? Voteranno a favore dimostrando una responsabilità che fino a oggi non hanno avuto e soprattutto dando un segnale di disponibilità all’odiato Liccardo?
Secondo voi i giochi sono fatti o c’è ancora da aspettarsi di peggio?
“Andrà anche bene, disse il rospo, ma intanto il contadino sta facendo la punta al palo (per infilzarlo)”: il vecchio proverbio della campagna toscana sembra calzare a pennello per la nostra vilipesa e bistrattata Marano.
Comunicato – L’Altra Marano
