PUBBLICITÀ
HomePoliticaMare negato e spiagge immerse nel degrado: serve una via d'uscita

Mare negato e spiagge immerse nel degrado: serve una via d’uscita

PUBBLICITÀ

Tra le mille contraddizioni del nostro territorio, emerge senza dubbio quella delle spiagge off-limits. Circa due chilometri di costa, parte del territorio di Giugliano, un tempo tra le spiagge più belle del Mar Tirreno, sono ormai immerse nel degrado più assoluto. Colpa della speculazione politico-imprenditoriale più meschina che Giugliano abbia conosciuto, alla pari se non peggio di quella edilizia, che ha portato solo guai per i cittadini e tanti soldi alla camorra.

Nove lidi su undici del tratto di competenza del Comune di Giugliano sono sottoposti a sequestro da parte dell’autorità giudiziaria dal luglio del 2013 e le strutture, tranne pochissimi casi, sono cadute in uno stato di abbandono desolante. I lidi Varca d’Oro (solo a metà), Sabbia d’Argento, Le Hawaii, Le Canarie, Le Antille, Onda del Mare, Lido del Sole, Smeraldo e Le Ancore, secondo la procura si erano appropriati illegalmente del tratto di costa, occupando abusivamente il suolo demaniale marittimo, a salvarsi dal provvedimento solo “Il lido del Carabiniere” e “Il lido del Finanziere”.

PUBBLICITÀ

Chi può si arrangia. Le foto sono state scattate il giorno venerdì 7 agosto 2015, «venite il sabato e la domenica» afferma una sorta di bagnino, un uomo con la pelle ormai bruciata dal sole, guardiano “del nulla” su uno dei lidi finiti nell’elenco delle strutture sotto chiave «tra spiagge libere e qualcuno che infrange la legge e apre i battenti anche se non potrebbe, alcuni di questi lidi brulicano di bagnanti. Peccato però che alcuni tratti siano praticamente invasi dai rifiuti – aggiunge – è un disastro! Un tempo qui era tutto in ordine, sembrava il paradiso».

L’inchiesta. Gli inquirenti accertarono che gli stabilimenti in questione, molto frequentati durante il periodo estivo dai pendolari, operavano con concessioni marittime scadute da anni o prorogate in modo non chiaro, oppure addirittura del tutto assenti. Per decenni al Municipio di Corso Campano la questione è stata ignorata, si è taciuto con la consapevolezza che si infrangeva la legge, per volere della stessa classe dirigente che ha guidato la città per decenni e il risultato, oggi, è davanti agli occhi di tutti.

Piano spiagge. In campagna elettorale quasi tutti i candidati a sindaco, hanno parlato della fascia costiera e del suo rilancio, tutti d’accordo sul fatto che la costa rappresenta «una grande opportunità per la città». L’ultima volta a provarci fu l’ex sindaco Pianese, nel 2009, che portò in assise l’attesissimo “Piano spiagge”, ma il documento conteneva molti elementi di dubbia legittimità e fu ritirato in autotuela. Il documento prevedeva la riqualificazione ambientale della zona e la creazione di regole finalizzate a rendere più vivibile e più usufruibile il litorale, con l’abbattimento delle mura che separano il panorama del mare e della spiaggia dagli occhi degli avventori del lungo mare. Le colonne di cemento dovevano essere sostituite da vetrate che avrebbero reso giustizia alla natura, anche se usurpata. Lungo la strada accessibile alle auto era stata prevista una pista ciclabile e finalmente il ritorno delle spiagge libere e la possibilità per i bagnanti di accedere al bagnasciuga anche attraverso i lidi privati, fatto che per anni è stato impedito dai gestori.

Serve una via d’uscita. Lo chiedono i cittadini e i gestori, quest’ultimi bloccati dai sequestri e in attesa che la situazione venga definita una volta per tutte. L’inchiesta dovrà prima o poi concludersi e i magistrati dovranno pronunciarsi su eventuali illeciti, ma l’ente di Corso Campano ha il dovere di fare un passo avanti e dirimere finalmente la questione, così la Fascia Costiera potrà rinascere e grazie al turismo, trovare nuova linfa per uno sviluppo economico e sociale non solo di Giugliano, ma dell’intero territorio a nord del capoluogo partenopeo.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ