domenica, Luglio 20, 2025
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Giugliano. «Mensa sospesa per i poveri che non vanno in parrocchia», il caso choc nel Napoletano

“O partecipate alle funzioni religiose o non venite alla Caritas”. Queste le parole che secondo Alfredo Sperandeo, disoccupato di Giugliano, sarebbero state pronunciate dai responsabili della mensa Giovanni Paolo II di Giugliano. Presso la struttura ogni sera sono serviti circa 90 pasti per i più bisognosi. Tutto è filato liscio fino a quando, come racconta Alfredo, il servizio è stato temporaneamente sospeso perché alcuni fedeli non si sarebbero presentati alla tre giorni di missione organizzate dalla parrocchia Santa Maria delle Grazie. Per punizione il servizio mensa sarebbe stato sospeso per i fedeli ‘indisciplinati’, mentre per coloro che hanno partecipato ai cenacoli la mensa si sarebbe svolta. “Quella commessa ai miei danni ed ai danni di altre 25 famiglie di indigenti come me, presso la Caritas della Chiesa Madonna delle Grazie è una cosa gravissima” – denuncia Alfredo. “Lo scorso 3 marzo il direttore della mensa Lello Pianese ci ha comunicato che i pasti per me e per le altre 25 famiglie erano sospesi perché non partecipiamo alle funzioni religiose. Io personalmente non sono credente, anche se rispetto tutte le religioni. Anche altre persone che ogni sera si recano alla mensa, musulmani ed evangelici, si sono visti togliere i pasti. Partecipare a funzioni religiose in cui non crediamo sarebbe come violentare le nostre coscienze, e sarebbe anche poco rispettoso verso i cristiani praticanti. La Caritas ha il dovere di dare cibo ai poveri, non solo ai poveri cristiani. Mi viene il dubbio che la Chiesa si dica così tanto interessata ai poveri solo per aumentare il numero di fedeli, e non per reale spirito cristiano”. Il caso è stato sottoposto anche all’attenzione di don Francesco Russo, il quale ha immediatamente ristabilito il vitto. “E’ vero, il direttore della mensa ci ha chiamati ma io mi sono sentito offeso. Voglio che mi vengano poste le scuse. Il giorno in cui mi sentirò vicino alla fede cristiana, sarò certamente presente a tutte le funzioni religiose. Io sono rimasto disoccupato all’improvviso, mi arrangio come posso perché ho i figli da sfamare, ma resto un uomo e nessuno deve intaccare la mia dignità”.

A rispondere alle accuse è Lello Pianese, direttore della mensa Giovanni Paolo II. “Non c’è stato nessun ricatto, né abbiamo cacciato qualcuno. Piuttosto è stata questa persona ad andare via rifiutandosi di tornare. Abbiamo organizzato tre giorni di missione ed abbiamo invitato i fedeli a partecipare. Abbiamo dato i pasti prima delle funzioni, ma quando ci siamo accorti che qualcuno non è venuto abbiamo sospeso la mensa in attesa di definire il nostro rapporto. Noi non siamo obbligati a fornire il vitto a tutti, anzi andiamo ben oltre il dovuto” – continua Lello Pianese. “Il Comune ci dà un contributo per coprire le spese per 30 pasti al giorno, mentre noi ne eroghiamo 90, quindi ben oltre i limiti. Lo facciamo grazie al lavoro dei volontari ed alla solidarietà della comunità. Abbiamo fatto con loro un ‘patto educativo’, vorremmo che questa disponibilità venisse ripagata con una maggiore partecipazione alla vita della parrocchia, nulla più. Siamo sempre stati rispettosi verso tutte le fedi religiose né abbiamo mai cercato di far convertire qualcuno. La sospensione è durata pochissimo. Dopo poco abbiamo deciso di richiamare tutte le famiglie, solo lui non si è rifiutato di tornare e non capiamo il perché. Ci sentiamo noi offesi dal suo comportamento”.