La malavita e l’amore. Il
desiderio di una ragazza
che vive in un posto
disgraziato di scappare dal
Male e di coronare il suo
sogno con l’uomo di cui si è
innamorata. Un uomo che,
per sua sfortuna,
campa facendo
le estorsioni
per conto
de i Lo Russo.
Lei, che le voci
dei vicoli le intercetta,
sa bene
come tiri avanti
Gerardo De Leo.
Ma non vuole
lasciarlo. Un po’
lo asseconda ,
accetta il lavoro
di sanguisuga che il suo
compagno ha intrapreso ma
spinge per una svolta. Spinge
affinché Gerardo molli
tutti e scappi via con lei.
Verso una vita onesta. «Voglio
capire… voglio capire
se tu un domani sei disposto
a cambiare vita… perché io
mi sono scocciata di fare le
tarantelle… A me piace di
andare a dormire sapendo
che stai dormendo, che domani
è tutto a posto…».
C’è un barlume di luce nello
squallido spaccato di malaffare
che la Direzione distrettuale
antimafia di Napoli e le
forze dell’ordine (carabinieri,
polizie e finanza insieme)
hanno ricostruito attraverso
l’ascolto di centinaia di dialoghi
intercorsi tra esponenti,
di spicco e non, del clan Lo
Russo. Un raggio di speranza
che arriva dal cuore. Dal
cuore di una ragazza che
cerca di far comprendere al
suo fidanzato che la strada
giusta per vivere una vita
onesta non è quella di fare
il camorrista. Lei si chiama
Anna e i suoi tormenti li
raccontano le intercettazioni
ambientali e telefoniche
divenute pilastro dell’ultima
inchiesta contro i Lo Russo
di Miano, quella che sette
giorni fa è sfociata in 21
arresti per reati, contestati
a vario titolo, di associazione
di stampo mafioso,
estorsione, droga, l’omicidio
colposo di Giovanna Paino
(una donna travolta e uccisa
durante una ‘stesa’) e il tentato
omicidio del ras ribelle
Walter Mallo.
Anna è una figlia di Miano.
È una figlia del rione San
Gaetano. E quando indichi
questo luogo la mente corre
subito ai ‘capitoni’, ai Lo
Russo, alla camorra. Anna,
i criminali del posto, li conosce.
Sa cosa fanno. E di uno
di loro si innamora. Lui è
Gerardo De Leo, già uomo
ombra di Mariano Grimaldi
che poi si è pentito. «Ho
iniziato da piccolo con lui»,
confessa lo stesso De Leo.
I
due iniziano a frequentarsi,
entrano in confidenza. Anna
vuole sapere tutto, e lui – che dalla ragazza è preso – nulla
le nasconde. Le spiega che
adesso si occupa di estorsioni,
che lavora alle dipendenze
non direttamente del clan
ma di Francesco Danese e
Gaetano Cifrone, i quali poi
a loro volta rispondono ai
‘capitoni’. Per farlo usa parole
in codice, ma non troppo.
«Faccio il rappresentante…
per recuperare… Recupero
crediti», spiega lui nel chiuso
della sua auto, ignorando
che all’interno del veicolo è
stata piazzata una ‘cimice’. E
spiega ancora che gli ordini
da «Francesco e da Gaetano»,
vale a dire Danese e
Cifrone.
«Se quello per esempio
mi dice, Francesco… Vai
da quello, vai da quello e io
gli vado a fare l’imbasciata…
Però la cosa più importante
è che faccio l’imbasciata».
Gerardo è un libro aperto,
e precisa anche la modalità
di guadagno: ha scelto di
non chiedere la ‘settimana’,
per non essere vincolato, ma
di percepire la percentuale
sull’entità delle somme riscosse.
Gerardo De Leo in
tal modo si sente meno vincolato
e libero di uscire dal
giro in qualsiasi momento.
E lui dice ad Anna che un
domani spera di voltare pagina.
«Questa vita io la posso togliere di mezzo. Però mi
devi dare un po’ di tempo.
Mi devi far togliere tutte le
zelletelle che ho intorno…
Io non ho problemi, come
sono entrato, non ho messo
la firma con nessuno… Devo
chiudere tutti questi conti,
mi prendo, diciamo, la liquidazione,
perché diciamo una
liquidazione….». Anna abbozza.
Ma in cuor suo spera
che Gerardo lasci il ‘sistema’
il prima possibile. «A me
piace di andare a dormire
tranquilla, sapendo che stai
dormendo, non che ne so, se
domani si ritira, che ne so
se domani tutto a posto… »,
dice lei. È il 21 ottobre 2015.
Gerardo non ha fatto in tempo
a voltare pagina. Da una
settimana è in cella. E dovrà
rispondere delle estorsioni
messe a segno.
di Manuela Galletta, Metropolis