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martedì, Aprile 23, 2024
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Guerra di camorra a Ponticelli: mistero sulla scomparsa di due boss

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Erano affiliati al clan D’Amico quando i carabinieri e la Dda li monitoravano con le ormai famose telecamere piazzate all’interno del famigerato parco “Conocal”. E così, per i traffici di droga in combutta con esponenti di spicco dei “Frauella” di Ponticelli, sono finiti nei guai con la giustizia. Ma già da qualche tempo Flavio Salzano, 29enne, e Francesco De Bernardo, 27enne, latitanti dallo scorso 21 giugno, si erano allontanati dai vecchi soci di camorra e ora sono considerati vicini ai De Micco; quindi la loro scomparsa dal territorio ha privato i “Bodo” di altri due ras emergenti. Per gli investigatori potrebbero non nascondersi lontano e in un’occasione uno dei due avrebbe rischiato la cattura. Però sarebbe riuscito di nuovo a sfuggire alle manette.

Di Flavio Salzano e Francesco De Bernardo hanno parlato alcuni degli otto pentiti che hanno contribuito all’inchiesta, culminata lo scorso 21 giugno nell’emissione di ben 89 ordinanze di custodia cautelare. Soprattutto il primo viene descritto come vicino ai vertici del clan D’Amico nel periodo oggetto dell’inchiesta, 2014 e 2015: Giacomo D’Amico e Salvatore Ercolani detto “Chernobill”. La specialità dei due ricercati era il traffico di droga, reato per il quale sono indagati. Tra i collaboratori di giustizia che hanno fatto luce su una serie di attività illecite dei “Fraulella”,compresi i traffici di droga in cui sono implicati Flavio Salzano e Francesco De Bernardo, c’è Raffaele Stefanelli. Ha iniziato a parlare con i pm antimafia ad agosto dell’anno scorso, esordendo in maniera forte: confessando di aver ucciso il 18 marzo 2015 Raffaele Canfora, un 25enne che vendeva droga per conto suo pur avendo contatto con la malavita di Secondigliano. Raffaele Stefanelli, ex affiliato ai D’Amico, precisamente ha cominciato a collaborare con la giustizia il 25 agosto 2015 e ha ammesso di aver partecipato a diversi raid armati organizzati dai“Fraulella” contro i De Micco. Tra i fatti di sangue da lui ricostruiti c’è anche il tentato omicidio di Alessandro Pane, come ha spiegato nel corso del suo primo verbale da “picciotto” passato dalla parte dello Stato. Ecco alcuni stralci dell’interrogatorio, con la consueta premessa che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria.

“In ordine al tentato omicidio di Alessandro Pane, devo dire che oltre a me e a Mario Buonomo hanno partecipato pure Salvatore Ercolani detto “Chernobyl” e Giuseppe Righetto detto “Peppeo’ blob”. Obiettivo dell’agguato era Roberto Boccardi in quanto esponente del clan De MIcco. All’epoca devo precisare che io e Righetto eravamo parte di un gruppo autonomo del rione De Gasperi, con Pasquale Austero e Antonio Tarantino, poi ucciso,che aveva stretto rapporti prima con Antonio D’Amico in carcere e poi con Giuseppe D’Amico, con il quale avevamo raggiunto un accordo”.

FONTE: IL ROMA

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