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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Camorra. Frauella e De Micco in guerra, il pentito: «Un duplice omicidio dietro la faida…»

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La guerra cominciò il 29 gennaio 2013 e il retroscena del duplice omicidio Castaldi- Minichini fu la causa scatenante del conflitto: la rottura dell’accordo tra Giuseppe D’Amico da un lato e Michele Cuccaro e Marco De Micco, allora uniti sostanzialmente in un solo gruppo forte a Ponticelli centro e a Barra, sulla divisione dei proventi per gli affari illeciti, droga ed estorsioni.

L’ACCORDO. Inizialmente i due clan avevano deciso per una spartizione al 50 percento sui soldi ricavati soltanto al parco “Conocal”, ma ben presto “Peppino Fraulella” si mostrò scontento perché aspirava alla stessa percentuale su tutto il quartiere. Fino a quando, dopo aver chiesto inutilmente di più, la situazione divenne esplosiva. Sul duplice omicidio di Gennaro Castaldi e Antonio Minichini hanno parlato diversi pentiti, a cominciare da Domenico Esposito “’o cinese”, ex dei Micco, nell’interrogatorio del 22 aprile 2013. Ecco quanto ha messo a verbale, con la consueta premessa che le persone citate devono essere ritenute estranee ai fatti narrati fino a prova contraria.

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IL RACCONTO. «Era un periodo in cui cercavano di prendere Christian Marfella per ucciderlo e anche le persone che camminavano con lui, tra le quali il figlio di “Cirillico” Minichini. Dopo vari tentativi venimmo a sapere che Genny Castaldi aveva la ritirata a casa alle 8 di sera. Partimmo con una Atos onesta (“pulita”, ndr), che era della persona cui mandavo i messaggi per la droga, ma lui non ne sapeva niente. Andammo sotto casa di Castaldi e abbiamo aspettato un quarto d’ora, massimo venti minuti. Eravamo io, Gennaro Volpicelli e Salvatore De Micco (fratello di Marco,ndr). Nessuno dei tre fuma né ha fumato durante l’attesa. Quando vedemmo arrivare l’SH bianco con in sella Antonio Minichini e Gennaro Castaldi, Salvatore De Micco e Gennaro Volpicelli spararono. Il primo fu De Micco a Minichini che guidava. Quando il motorino cadde, De Micco sparò anche contro Gennaro Castaldi fino a che la pistola non si inceppò. Allora sparò anche Volpicelli, contro Castaldi che aveva accennato alla fuga. Io ero armato, ma non sparai, tanto che De Micco mi rimproverò. I due che fecero fuoco avevano due 9×21, io un 357 di quelli che ho fatto sequestrare oggi».

IL ROMA

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