Continuano le polemiche per la sospensione della linea M7. La Compagnia Trasporti Pubblici ha infatti “congelato” la tratta che permetteva ai melitesi di raggiungere la stazione della metro di Scampia e, dunque, di arrivare a Napoli in poco tempo. L’inaugurazione delle linee 360 e 366, avvenuta lo scorso 26 settembre ha – di fatto – reso Melito orfana di un collegamento fondamentale soprattutto per pendolari e studenti che dalla cintura dell’area Nord si spostano quotidianamente verso la città. A nulla sono servite le proteste dei cittadini, soprattutto sui luoghi di “ritrovo virtuale”, la linea è stata soppressa e nessuna alternativa valida è stata fornita ai fruitori. Le nuove linee della Ctp, specifica l’azienda, “è un altro passo per l’integrazione ed il coordinamento dei servizi CTP ed ANM nell’ambito territoriale ‘Giuglianese’ che vedrà, in futuro, l’acquisizione da parte di CTP di ulteriori linee ANM per una rimodulazione complessiva dell’offerta di trasporto su gomma nell’area metropolitana a nord di Napoli”, logiche aziendali che, però, hanno messo nei guai i pendolari melitesi.
I rappresentanti delle istituzioni melitesi, più volte chiamati in causa dai cittadini inviperiti, si stanno muovendo per chiedere spiegazioni all’azienda di trasporti napoletana e – qualora possibile – trovare una soluzione tampone per i disagi causati alla città. Domani mattina, secondo quanto si apprende, è previsto l’incontro tra i vertici della Compagnia, nella persona dell’amministratore unico Augusto Cracco, il sindaco Venanzio Carpentieri e l’assessore ai trasporti Gino Gabbano; il colloquio, che si terrà presso la sede Ctp di Arzano, potrebbe rivelarsi interlocutorio in considerazione delle esigenze dell’azienda che, talvolta, mal si sposano con quelle degli utenti.
I disagi che i cittadini melitesi stanno vivendo in questi giorni fanno tornare al centro del dibattito l’idea, nata qualche anno fa, di istituire un servizio di navetta comunale che colleghi la città con i luoghi dove sono concentrati i principali servizi; un’idea che, però, è stata sempre considerata particolarmente onerosa e insostenibile per le esigue casse comunali.
