Incompatibili e per questo il tribunale va ricusato, cambiato, e il processo dovrebbe ripartire da zero. Questo è quanto hanno chiesto gli avvocati difensori dei 19 imputati che hanno proposto appello contro le pesanti condanna per associazione camorristica rimediate in primo grado. È il processo contro il gruppo imprenditoriale del Polverino e in particolare la costola maranese e vomerese della potentissima cosca.
Il processo potrebbe subire un brusco stop anche ai fini della prescrizione. Perché se la ricusazione fosse accolta si dovrebbe provvedere a nominare un nuovo collegio e ripartire da zero con il processo d’Appello. Quasi quattrocento anni di carcere. Questo è quanto i giudici della nona sezione penale del Tribunale di Napoli hanno inflitto gli affiliati al clan Polverino di Marano e alla costola dello stesso clan di Quarto e del Vomero. Come in un regime militare hanno il controllo dei beni diprima necessità. Farina, pane, pollame e bovini, uova e caffè. Ma anche la gestione di imprese edilizie e negozi di abbigliamento, interi centri benessere e turistici. Sono i Polverino, i cosiddetti Casalesi di Napoli, per la capacità imprenditoria-le e la ricchezza accumulata, che,come una piovra tentacolare, opprimono Marano e Quarto controllando tutti gli affari illeciti della zona flegrea.
Cemento e camorra, processo ai Polverino a rischio prescrizione. Colpo di scena in tribunale
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