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giovedì, Aprile 25, 2024
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Individuato Marco Di Lauro: ecco il nascondiglio del superlatitante della Camorra

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Le tre sedie in ferro battuto

di colore nero guardano

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verso la distesa collina dei

Camaldoli – si legge su Metropolis – I carabinieri

le trovano lì, sull’ampio

terrazzo di guaina grigio

perla bagnato dalla pioggia

caduta ore prima, adagiate sul rettangolare tavolo

di vetro. Nella mansarda

diroccata che affaccia sulla prateria di castagni e

pioppi non c’è anima viva.

Il religioso silenzio di quel

rifugio lontano dal mondo

e da occhi indiscreti è spezzato solo dall’elicottero dei

militari dell’Arma alzatosi

sulla zona a mo’ di vedetta.


È la mattina di Natale. E

Marco Di Lauro, il boss

dell’omonimo clan ormai

in fuga da undici anni, è

ancora latitante. Il 36enne,

che ha ereditato dal padre

Paolo il comando di una

delle «famiglie» di camorra

più temute del panorama

malavitoso napoletano, è

riuscito a fuggire di nuovo.


È riuscito a scampare per

tempo al blitz dei carabinie-
ri di Napoli che speravano

nell’impresa. I carabinieri

perlustrano la casa, fanno

l’inventario degli oggetti

(pochi) presenti nei locali.

Annotano. Provano a

capire quale sarà la prossima mossa di quel ragazzo

che s’è dimostrato più furbo

del fratello maggiore Cosi-
mo – al quale il padre Paolo

aveva messo in mano le redini del comando e che ha

portato alla distruzione dei

Di Lauro come unico e saldo

«blocco monolitico». Marco Di Lauro è

andato via dal covo sulla

Collina dei Camaldoli senza fretta. Le tre sedie coi

cuscini bianchi adagiate al

tavolo con accuratezza e lo

stato di ‘abbandono’ della

mansarda sono il chiaro

segnale che nessuno degli

occupanti dell’alloggio è

stato colto alla sprovvista.

Non stavolta. Né sono state

trovate botole segrete o nicchie nascoste. La mansarda

è stata passata palmo a

palmo. Per evitare la beffa –

che brucia ancora – di quasi

dieci anni fa. Quando le forze dell’ordine mancarono la

cattura di Marco Di Lauro

perché, una volta individuato il nascondiglio del boss

e una volta proceduto alla

perquisizione dei locali, non

ci si accorse dell’esistenza di

uno «scrigno» ove Marco Di

Lauro se ne stette in apnea

per tutto il tempo del blitz.

Stavolta nulla è stato tralasciato. Ma stavolta Marco

Di Lauro aveva già tagliato

la corda. Di nuovo. E sullo

sfondo resta quella dolo-
rosa sensazione che forse

il 36enne goda dei buoni

uffici di qualche ‘gancio’

in grado di consentirgli di

conservare la libertà.

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