“Vittime della criminalità organizzata e del dovere”. Le misure di solidarietà dello Stato e le testimonianze dei familiari. E’ questo il tema che è stato affrontato lunedì sera, presso l’Istituto scolastico Fratelli Maristi di Giugliano e che ha visto in prima linea magistrati, forze dell’Ordine e familiari delle vittime innocenti del dovere. L’incontro, voluto ed organizzato dall’Associazione Nazionale Carabinieri sezione di Giugliano, è stato aperto dalla giornalista Amalia De Simone che ha moderato anche gli interventi delle varie autorità. Tra queste: il vescovo di Aversa Angelo Spinillo, Francesco Greco, Procuratore capo del Tribunale di Napoli Nord, Antonio D’Amato, Procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Alfonso D’Avino, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Napoli, Luigi Mastrominico, già Procuratore generale di Napoli, Giandomenico Lepore, già capo della Procura di Napoli, Guido Marino attuale questore della provincia di Napoli, il Ten.Col. Rino Coppola, Comandante del Gruppo Carabinieri Castello di Cisterna, intervenuto in rappresentanza del Comandante Provinciale di Napoli, il sindaco del Comune di Giugliano, Antonio Pozziello ed infine Don Luigi Merola, prete anticamorra e fondatore “A Voce de Criatur”. Tra gli ospiti in sala c’erano: il Ten.Col.
Antonio Vernillo, Comandate del Gruppo Gdf di Giugliano, i vice prefetti Mariolina Goglia e Del Prete, il Capitano Antonio De Lise della Compagnia Carabinieri di Giugliano, ufficiali della Nato, funzionari della polizia di Stato e volontari delle Ass. Carabinieri di Marano e Mugnano.
Toccanti sono state le testimonianze dei familiari delle vittime, che non hanno esitato a censurare quelle norme che disciplinano le misure di solidarietà da parte dello Stato a favore dei familiari che non sempre tutelano tempestivamente i superstiti. Un esempio al riguardo è stato sollevato da un familiare di una vittima innocente che ha riferito: “mia madre per poter ottenere la pensione del coniuge, ha dovuto attendere 3 anni dalla sua scomparsa”. In sintesi i familiari delle vittime del dovere, hanno sottolineato che tale riconoscimento, avviene solo dopo rimostranze giuridiche e dopo lunga attesa tra gli uffici deputati all’applicazione della norma.
Dopo le testimonianze di Claudio Salvia, Gennaro Nuvoletta, Graziella Ammaturo, Annamaria Torre, Angelo Morlando, MariaGrazia Mandato e Giovanni Durante, familiari delle vittime innocenti, hanno preso la parola i vari magistrati che hanno ricordato i tragici episodi di chi è stato “eroe e vittima” per salvare gli altri o, di chi innocentemente è finito in mezzo al fuoco della camorra. Anche il questore di Napoli, Marino, ha sinteticamente detto che è vero che la normativa richiederebbe una revisione, ma anche precisato che lo Stato sicuramente darà quelle risposte immediate ai familiari.
Il Ten.Col. Rino Coppola, ha invece ricordato il grave episodio dei caduti di Nassiriya, che non a caso, ha di fatto puntato i riflettori su tutte le problematiche riguardanti le vittime del dovere. Il Col, Coppola, nel suo discorso, ha poi delineato l’attuale quadro normativo che disciplina le misure di solidarietà da parte dello Stato e che racchiude le tre categorie (vittime del terrorismo, della criminalità e dei caduti del dovere).
A conclusione del convegno, è stato premiato il funzionario di prefettura Salvatore Carli, con il titolo di socio benemerito dell’Ass.Naz. Carabinieri sez. Giugliano, per la sua alta moralità e per aver posto in essere azioni concrete a favore della legalità e ai nobili valori a cui si ispira l’Arma dei carabinieri. Il titolo è stato conferito dal Gen.di C.d.A in congedo, Domenico Cagnazzo. Don Luigi Merola, invece, invoca più attenzione e una legislazione più efficace che dia risposte concrete e non astratte.