Il lavoro della Direzione distrettuale Antimafia, in collegamento con la Procura Nazionale Antimafia, ha permesso di far emergere tanti retroscena sul potere degli Amato-Pagano e sulle dinamiche che si nascondono dietro ad avvenimenti recenti, e meno recenti, nell’area a Nord di Napoli. Secondo quanto emerge dalle indagini della Procura di Napoli, al vertice della nuova organizzazione degli Amato-Pagano ci sarebbe Rosaria Pagano, finita in manette nella maxi operazione.
Il suo ruolo di rilievo negli affari degli Scissionisti sarebbe nato in seguito all’indebolimento del clan conseguente all’opera della magistratura che ha decimato le gerarchie del sodalizio criminale. Il provvedimento eseguito ieri mattina ha consacrato il ruolo apicale di Rosaria Pagano, moglie del defunto fratello di Raffaele Amato, Pietro Amato, e madre dell’erede designato, Carmine Amato, già coinvolto in altri processi, tra cui quello che ha visto coinvolto il trafficante internazionale Raffale Amato, che è in corso di celebrazione in questi giorni. Occorre, inoltre, mettere in rilievo che la cattura di Carmine Amato, nel 2011, e l’indebolimento del potente clan con il trasferimento del potere al giovane Mariano Riccio, sono stati la causa della frammentazione del clan di Melito sotto i colpi delle cosiddette “Cinque Famiglie di Secondigliano” e della fine del suo monopolio nella gestione del traffico internazionale di cocaina da far affluire sui mercati napoletani.
Le Cinque Famiglie di Secondigliano, compagine avversaria degli Amato-Pagano, prima di finire a sua volta disarticolata da numerosi provvedimenti giurisdizionali e dalle frammentazioni interne che hanno condotto alla terza faida di Scampia, si sono avvalse di un sistema alternativo per rifornirsi della cocaina essenziale al buon andamento delle piazze di spaccio e del narcotraffico nell’area nord. Sotto la guida unitaria di Rosaria Pagano, che si è ritagliata il ruolo di nuovo capo, si è verificato il superamento delle recenti fibrillazioni ed il mantenimento di un ruolo tuttora centrale nel panorama criminale dell’area.