Le rivelazioni dei collaboratori di giustizia sono state fondamentali per sgominare il clan Elia a Napoli. A parlare sono stati soprattutto i pentiti dei Quartieri Spagnoli, la cui m-lavita è stata storicamente in contatto con quella del Pallonetto- Santa Lucia. Tra i più accaniti accusatori ci sono Raffale Scala “’o boss”, cognato dei fratelli Di Biasi, e Giuseppe Scala, Ciro Saporito ex affiliato ai Di Biasi, Vincenzo Gallozzi, Salvatore Puglia, Gennaro Spinola, Gennaro Panzuto ex affiliato ai Piccirillo.
Tra i clienti dei pusher che gestivano le pizze di spacciodel clan Elia anche numerosi tassisti. Ci sono alcune immagini dove si vede il pusher di turno avvicinarsi al taxi, portare una mano alla bocca, estrarre la pallina di cocaina e consegnarla al tassista. Ma la cosa più clamorosa è la presenza di bambini che venivano impiegati per confezionare le dosi per i clienti. In una delle conversazioni ambientali Giulia Elia, Giuseppe Egizzo e tre minorenni all’epoca dei fatti, stavano procedendo al confezionamento di 22 dosi di cocaina. Al confezionamento assisteva anche una bambina, ma non solo.
La bimba, infatti era presente anche alla vendita di stupefacenti e alla somministrazione di dosi di prova da parte dei clienti di turno. Gran parte dei protagonisti del-l’intercettazione ambientale del 9 settembre 2015 erano all’epoca dei fatti minorenni. Ovviamente la bimba di 8 anni e il bambino di 12 anni non sono imputabili, mentre i ragazzi che nel frattempo hanno raggiunto la maggiore età sono sati raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare. Ecco un’intercettazione. «Dammi l’accendino, fai presto».Acquirente: «Grazie amore».L’acquirente esce dalla casa del-la mamma pusher e la bambina chiede di chiudere le una pallina di cocaina. La mamma dice che vede troppa la roba, la figlia piccola conta 26 palline, la mamma dice alla figlia che è ri-masta parecchia roba, la figliale dice di prendere altre busti-ne».