Una mattanza di camorra che sarebbe potuta essere ancor più sanguinosa se le forze dell’ordine non fossero intervenute arrestando i vertici delle cosche criminali coinvolte. Da un lato gli Ascione-Papale, dall’altro il clan Birra coadiuvato da Lo Russo e Gionta. Una guerra senza tempo e confini. Piani criminali rivelati da ex gregari della cosca come Salvatore Fiore, killer pentito degli Ascione-Papale e nipote del boss Luigi Nocerino.
L’ex sicario – scrive Metropolis – racconta di un piano messo in atto dai Papale per uccidere il reggente del clan Birra Stefano Zeno. «Mi hanno parlato di un progetto di attentato contro Zeno Stefano e Tore o curto. Il progetto era quello di fare saltare in aria con un colpo di bazooka l ‘autovettura blindata (si trattava di una Fiat Panda) a bordo della quale viaggiavano Zeno Stefano e Tore o curto. Ricordo che il progetto prevedeva che il colpo di bazooka poteva essere esploso da casa di Papale Alfio, sotto la quale Zeno Stefano e Tore o curto passavano abitualmente per raggiungere Pugliano».
Progetti di morte che però non sono mai andati a segno.