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venerdì, Aprile 19, 2024
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Camorra a conduzione familiare. Dalle donne ai bambini, così ‘O Capocchia aveva organizzato il clan

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Un clan a gestione familiare quello degli Elia, dove ogni membro della famiglia aveva il proprio compito compresi i bambini. Ma sono state le donne, o meglio le nipoti, ad avere un ruolo importantissimo nel traffico di droga. Il reggente del clan è Antonio Elia detto “o’ capocchia” insieme al fratello Ciro chiamato anche “o’ mucill”. I due fratelli sono stati scoperti grazie alle indagini dei carabinieri, che con l’aiuto ad una microcamera, sono riusciti a filmare l’intera operazione di spaccio comprese le minacce a chi non voleva pagare.
Ad incastrare i due uomini anche le scottanti dichiarazioni di alcuni pentiti tra cui Ciro Saporito, ex affiliato al clan Di Biasi, Vincenzo Gallozzi, Pasquale Petrillo, storico esponente del clan Mariano, Bruno Pugliese ‘o Bruno, il quale risulta essere tra gli arrestati nel blitz di oggi in quanto dopo un periodo di collaborazione ha rinunciato al programma di protezione ed è tornato nelle fila del clan con il ruolo di spacciatore e gestore di una piazza di spaccio, Salvatore, Puglia, Gennaro Spinola e Gennaro Panzuto ex affiliato al clan camorristico Piccirillo egemone nella zona della Torretta e di Chiaia e nipote del boss Rosario Piccirillo. Sono tre in particolare le piazze di spaccio gestite dal clan: quella di via Pallonetto 48, quella di via Supportico D’Astuti 28 e quella di via Supportico D’Astuti 39.

La prima piazza era gestita da Adriana Bianchi moglie di Renato Elia, figlio maggiore del capofamiglia, attualmente in carcere insieme al padre. La donna utilizzava i suoi figli di 19 e 13 anni per consegnare le dosi ai clienti mentre lei era a casa per gestire l’organizzazione insieme ad un altro figlio, sempre minorenne, nella consegna porta a porta.

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La piazza di via Supportico D’Astuti 28, gestita dalla sorella dei capoclan, Giulia Elia, secondo i carabinieri è una delle piazze di spaccio più redditizie di Napoli. Chiamata anche la “piazza delle donne”, Giulia Elia faceva lavorare con lei anche le sue figlie minorenni tra cui una di 8 anni. Insieme a lei lavorava anche il compagno agli arresti domiciliari sempre per spaccio, Francesco Papa, un’altra figlia maggiorenne Annamaria Di Meglio (avuta da una precedente relazione), , Salvatore Papa (il suocero) Antonella Ferrante (la suocera), Giuseppe Egizzo, Anna Di Muro, Mariano Di Giovanni, Rosanna Ferrante, Raffaele Varriale, Carmela Terracciano, Luigi Papa, Anna Elia (la cugina), Manuel Campochiaro, Caterina Febbraio, Carmela Cascella, Angela Scognamiglio e Salvatore Manna.

La terza piazza di via Supportico D’Astuti 39, era gestita dall’ex pentito Bruno Pugliese, il quale era agli arresti domiciliari. Nonostante ciò riusciva a gestire il traffico di cocaina insieme alla convivente Anna Valese. Pugliese aveva un giro di clientela selezionata e ben conosciuta. Secondo gli inquirenti, i clienti raggiungevano la sua abitazione e si facevano consegnare la dose telefonicamente mentre la donna si occupava delle consegne a domicilio. Pugliese si faceva aiutare anche da alcuni suoi familiari, in particolare il padre Carmine, la mamma Di Mauro Rita, le sorelle Anna e Giulia, dal cognato Ragone Renato e dai nipoti De Matteo Francesco, De Crescenzo Rita e
De Laurenzio Giovanni.

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