sabato, Luglio 19, 2025
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Attaccante napoletano cambia squadra e cita don Pietro Savastano: «Mo ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost»

A Cittadella…è rimasto al palo. La ciliegina sulla torta per le 500 partite tra i professionisti (“Già mi tocca pagare una pizza ai compagni, avrei preferito però farlo dopo una vittoria”) è mancata, ma Antonio Floro Flores si è presentato ufficialmente a Bari con il sorriso questa mattina allo stadio San Nicola, nella sala stampa “Gianluca Guido”. Una trattativa, quella che lo ha portato dal gialloblu del Chievo al biancorosso del Bari, vissuta sulle ali dell’entusiasmo, assicura: “E’ successo tutto in 48 ore-racconta-appena ho avuto un contatto con il ds Sogliano e le voci si sono diffuse, ho capito in che piazza stavo per arrivare”. Passione è la direttrice sulla quale è maturato il volo Verona-Bari: “Ho anche sospeso per qualche ora l’account Instagram, i tifosi mi hanno invaso con il loro entusiasmo, è stato bellissimo. Avrei potuto trovare anche alternative in serie A, ma questa non è una piazza di B. Io sono qua per cercare di riportarla dove merita. Il tifo mette pressione? Io ne avevo bisogno, ho accettato anche per questo”. La sconfitta di Cittadella è già alle spalle: “Non abbiamo parlato negli spogliatoi: dopo una partita del genere devi stare in silenzio e riflettere”. Parla già da leader: “Siamo il Bari, una squadra importante e tutti ti affrontano dando il 110%. Sono qui per dare una mano a un gruppo già formato, con calciatori di valore: a volte però la qualità non basta, serve dare qualcosina in più”.

All’atterraggio in aeroporto è stato accolto dai tifosi che gli hanno chiesto 10 reti: “Ma non faccio mai promesse, ogni volta che accade le disattengo. Preferisco lavorare giorno per giorno e sudarmi la maglia ogni domenica”. Domenica, perchè nella mente c’è ancora la serie A, compagna di vita per 10 anni: “Il Bari si aggrappa a me? Anche io mi aggrappo al Bari. E’ un momento particolare della mia carriera, avevo bisogno di stimoli importanti e fare parte della storia di un club con un grande blasone mi ha convinto. Ho parlato pochi minuti con il presidente e mi ha convinto: è una persona seria e competente”. Napoletano, ma è alla prima esperienza al Sud dopo anni di militanza al centro-nord: “Il clima è differente, c’è il mare e certamente si vive bene. Ma la mia scelta non è dipesa da questo, ma dai tifosi e dall’ambiente: suderò ogni minuto per questa maglia”. Con lui Brienza e Maniero, per un trio made in Campania: “Sono sulla mia base di ignoranza” scherza. Ma soprattutto a loro Bari chiede il ritorno in A: della serie, “Mo ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost”.