Politica e camorra, il 27 prossimo la trasmissione degli atti e la scelta delle triadi commissariali. Nel mirino la delibera di consiglio varata nell’ultimo consiglio comunale con il voto di due esponenti dell’opposizione. Ancora pochi giorni, e saranno trasmessi gli atti al segretario comunale per la decadenza dei singoli amministratori dell’amministrazione in carica guidata dal Sindaco Lorenza Orefice e da una maggioranza tanto disomogenea da essere sostenuta su diversi provvedimenti da esponenti dell’opposizioni quali Domenico Fiore e Ciro Minichini, quest’ultimo indagato insieme al primo cittadino per voto di scambio mafioso. Consiglieri in più occasioni elogiati per il loro senso di “responsabilità” nel sostenere la maggioranza, proprio dalla pagine del profilo facebook dello stessa fascia tricolore. Sei mesi di duro lavoro per vagliare e verificare atti.
Anche se, pesa come un macigno l’indagine a carico dello stesso sindaco, consiglieri comunali, candidati, dipendenti ed affiliati ai clan, ricostruita dall’inchiesta dei pm Vincenza Marra e Maurizio De Marco, coordinata dal Procuratore Antimafia, Filippo Beatrice. Il dossier è stato relaizzato dal vice Prefetto Aldo Lombardo, il Colonnello dei Carabinieri Cristiano Tomassini e l’architetto Salvatore Esposito del Provveditorato della Opere Pubbliche. Tantissime le vicende e gli atti esaminati in questo lungo lasso di tempo: tra cui bandi di gara, gli sgomberi di beni occupati illegalmente, ma anche quelle relative all’abusivismo edilizio, Piano Casa, residenze, certificati di chiusura di cantiere, occupazioni di suolo pubblico, licenze commerciali, varianti e non ultima la festa cittadina dei Gigli sospesa dal Prefetto di Napoli dopo l’informativa dei carabinieri della locale stazione della presenza di affiliati ai clan nelle paranze e sul palco allestito dal Comune.
Intanto, una delle motivazione cardine dello scioglimento parrebbe essere l’inchiesta che vede indagati a vario titolo per minacce, omissione, voto di scambio e voto di scambio con l’aggravante mafiosa, figure di primo piano dell’amministrazione comunale di Casavatore quali il primo cittadino. Indagato unitamente ai politici e dipendenti comunali, Salvatore Ferone nipote del boss Ernesto Ferone. Senza dimenticare l’avviso di proroga delle indagini per abuso in atti d’ufficio che è stato notificato a politici, imprenditori, tecnici e dirigenti comunali.
Casavatore sciolto per camorra, attesa per gli atti che hanno sancito le infiltrazioni in Municipio
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