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giovedì, Aprile 25, 2024
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«A Melito c’era anche il gioielliere». Patto Scissionisti-Lo Russo, il ruolo di Scognamiglio

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Luigi Scognamiglio, indiziato di aver favorito la latitanza di Antonio Lo Russo “’o capitone”, nascondendolo per quasi un mese nella sua abitazione di Chiaia, rischia anche l’accusa di riciclaggio.
Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, che hanno ascoltato diversi collaboratori di giustizia dell’area nord, alcuni esponenti di rilievo della camorra hanno versato soldi in contanti nelle case della sua azienda, la gioielleria Elite che aveva anche una sede a Miano, il quartier generale del clan Lo Russo, adesso smantellato da pentimenti e da arresti – scrive Il Roma – Il primo a parlarne è Biagio Esposito, ex boss degli scissionisti di Secondigliano. «Il pomeriggio del 6 luglio del 2010, giorno in cui io mi sono recato a firmare come avrei dovuto essendo in regime di libertà vigilata, fui raggiunto a Melito nella casa dove si riuniva il clan da tale Gino Elite. Questi venne su mia richiesta perché dovevo fare un regalo a mia moglie, infatti di mestiere fa il gioielliere avendo due negozi che si trovano dopo la caserma dei carabinieri a Miano ed un altro che si trova Chiaia, di fronte al negozio di Gucci, questo secondo negozio lo ha aperto di recente ed egli è uno dei soci, non so chi sono gli altri soci.
Gino è una persona di fiducia sia di noi affiliati al clan Amato-Pagano, che acquistiamo da lui gioielli e li paghiamo in maniera dilazionata, ed è anche persona del clan Lo Russo. Infatti quando sono stato scarcerato e sono rientrato a Napoli nel settembre del 2007 ho avuto modo di recarmi a Miano da quelli che erano i nostri più stretti alleati, i due clan si dicono sposati, in quanto il rapporto tra Raffaele Amato, Cesare Pagano e Salvatore Lo Russo era strettissimo. Lì ho visto Luigi Elite avere una stabile frequentazione con gli affiliati del clan Lo Russo, anche con i capi, ossia Salvatore Lo Russo, Antonio Lo Russo, Raffaele Perfetto. So che di recente alcuni esponenti del clan Lo Russo e alcuni esponenti del clan Amato hanno investito soldi nelle attività di Luigi Scognamiglio. So che Domenico Pagano ha investito 500.000 euro e penso che abbia acquistato gioielli e orologi. Inoltre so che Gino quando veniva a Melito si appartava con mio cognato Biagio Esposito e gli riferiva dei messaggi di natura criminale da parte di Antonio Lo Russo. Gino infatti era in grado di portare queste notizie perché ci disse che era lui a gestire la sua latitanza».

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