E’ durato più di tre ore l’interrogatorio di Mauro Moraca, imputato nel processo Crash insieme ad altri presunti esponenti del clan Mallardo, tra cui Carlo Antonio D’Alterio, Riccardo Carlo De Cicco, Bernardino Diana, Giancarlo Pirozzi, l’ex portiere azzurro Pino Taglialatela e la madre di Moraca, Raffaella Graziano. I capi d’imputazione sono associazione camorristica ed estorsioni.
Moraca (difeso dall’avv. Giuseppe Pellegrino) ha risposto alle domande dell’accusa punto su punto, spiegando perchè si trovasse spesso all’interno dell’agenzia di assicurazione Broker.
“Era intestata a mia moglie, quindi è normale che andassi lì ma mi recavo sporadicamente”, ha detto Moraca il cui nome compare nelle intercettazioni ambientali e telefoniche col suocero Feliciano Mallardo, ora defunto. Il Pm è stato anche chiamato a parlare delle presunte estorsioni a carico di alcuni imprenditori, tra cui (Pirozzi, Flagiello, Di Nardo, Di Girolamo). Si è difeso dicendo che lui essendo in passato agente immobiliare si era preso l’incarico di vendere alcune unità immobiliari: “Ero un intermediaro, non portavo le imbasciate del clan nè ero un estorsore”, ha detto Moraca. Sui rapporti con l’ex portiere Pino Taglialatela, ha detto che gli erano stati intestati “due motorini, tra cui un T-Max, ma non per eludere l’eventuale sequestro ma solo per risparmiare sull’assicurazione ed avere l’agevolazione di circolare in estate sull’isola di Ischia”.
Ricordiamo che Batman Taglialatela è accusato nel processo di associazione di stampo mafioso con il ruolo di partecipe.
Il pm aveva chiesto che venissero ascoltati nelle prossima udienza altri 3 collaboratori di giustizia (Poziello, Guadagno e Michele Froncillo) ma il collegio giudicante ha ammesso solo Belforte. Nella prossima udienza dovrebbe comparire in aula proprio l’ex portiere del Napoli, il quale dovrà chiarire la sua posizione.
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