«Ci vogliono ammazzare». I Capi del clan si sono pentitti ed ora i fratelli temono di essere uccisi

Manolo Misso ha una storia disperata e con lui la sorella Celeste con i suoi figli. Lei è vedova di camorra e sono entrambi i fratelli di Giuseppe e Zapata Misso, pentiti della camorra e in località protetta. Da tempo sono tornati a Napoli perché la Procura ha stabilito che non hanno diritto all’estensione della protezione che spetta ai familiari dei collaboratori di giustizia e per questa ragione hanno inscenato una protesta vibrata “Vogliamo vivere.Dobbiamo essere protetti. Il Cardinale aveva detto che ci aiutava e invece per noi non c’è possibilità. Io resto qui, con mia sorella e le mie nipotine e mi ammazzo cospargendomi di benzina e usando un accendino”.Quella dei fratelli Misso è una vicenda labirintica, dall’epilogo tanto paradossale quanto inquietante. Dal 6 ottobre del 2015 i due sono tornati, loro malgrado, a vivere nel quartiere San Lorenzo, in quella stessa abitazione che in passato appartenne al padre Umberto, fratello di Giuseppe. Una decisione calata dall’alto, ovvero dallo Stato, che li ha “abbandonati”dopo averli inseriti nel programma di protezione di cui era destinatario Zapata. Peccato che la posizione giudiziaria di quest’ultimo fosse stata in seguito “capitalizzata”, cioè pagata in denaro sonante dallo Stato affinché il diretto interessato potesse rifarsi una nuova vita lontano da Napoli. A rimetterci,neanche a dirlo, sono stati i giovani Misso. Per loro, andati in fumo la protezione e il vitalizio mensile, si sono infatti di nuovo spalancate le porte di quell’inferno dal quale avevano provato in tutti i modi a fuggire. Così, tornati nuovamente all’ombra del Vesuvio, riecco fare capolino la micidiale girandola di intimidazioni di stampo camorristico. I nemici giurati dei loro congiunti non si sono affatto dimenticati di loro. L’ultima minaccia è andata in scena nella notte a cavallo tra lunedì e martedì del 5 luglio dello scorso anno con dei colpi a salve sparati contro la loro abitazione.