“Stai sotto controllo, il maresciallo di Somma Vesuviana di tiene d’occhio”. Era questo uno dei due sms che Mariarosaria Patrone inviò al fidanzato Giosuè Ruotolo circa un’ora dopo la morte di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati uccisi a colpi di pistola nel parcheggio del palasport di Pordenone il 17 marzo 2015.
Alle 20.42 l’sms della ragazza: «Amore, hai fatto qualcosa che non mi hai detto per caso?». E lui: «Amore è cosa avrei dovuto fare? Lo sai che ti dico tutto. Mo 10 minuti e ti chiamo sto finendo di mangiare». Il dialogo via cellulare proseguiva poi con i due sms cancellati. Nella puntata della trasmissione Quarto Grado è stato riportato il contenuto di uno degli interrogatori di Mariarosaria, nel quale la giovane fornisce la propria ricostruzione.
Il 29 settembre del 2015 agli inquirenti ammetteva che tra lei e Giosuè c’erano dei problemi causati in particolare da quello che lei stessa riconosceva essere un eccesso di gelosia nei confronti del fidanzato, alimentata anche dalla lontananza (Ruotolo a Pordenone, lei a Somma Vesuviana).
Rosaria accecata dalla gelosia scrive a Giosuè inventandosi che un maresciallo dei carabinieri l’aveva chiamata e che doveva dirle una cosa: sarebbe l’ennesima bugia per fargli credere che lei lo stava controllando.
«Gli avevo detto che ero in contatto con un maresciallo di Somma – è la dichiarazione di Rosaria agli inquirenti secondo Quarto Grado – e che quest’ultimo mi avrebbe avvisato ogni volta che Giosuè avesse incontrato ragazze». La risposta del suo fidanzato era proprio nell’sms cancellato: la ragazza spiega che temeva che potesse essere mal interpretato. Cosa c’era scritto? Ecco cosa dice di ricordare Rosaria agli inquirenti, nella ricostruzione dell’interrogatorio della trasmissione: «Ricordo che Giosuè mi ha risposto: “Fai tutti i controlli che vuoi, vai dal maresciallo e vedi quello che ti vuole dire”».