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giovedì, Aprile 25, 2024
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Ucciso sotto casa a Crispano. Dietro l’omicidio Vitale l’ombra della faida dei bruciati

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Indagini a 360 gradi da parte dei carabinieri per riuscire a dare un nome e un volto agli assassini di Antonio Vitale. La vittima, che era nell’orbita del boss Antonio Cennamo ed è stato amico di Modestino Pellino, potrebbe essere l’ennesima vittima di una lunga faida di camorra, ovvero nella faida dei bruciati, iniziata nel febbraio del 2014, nelle campagne di Caivano, dove vennero uccisi e poi bruciati, Vincenzo Montino e Ciro Scarpa, autista e guardaspalle di Aniello Ambrosio.
Il quale, ammazzato insieme agli altri due, viene però trovato il 21 febbraio successivo a Grumo Nevano. Partendo da quei morti, molte voci, che comunque ed in ogni modo non hanno trovato mai alcun riscontro ufficiali, portano ad ipotizzare che gli omicidi dei tre personaggi fossero in qualche modo una vendetta dei Pezzella – si legge su Cronache di Napoli – A distanza di oltre tre anni da quelle feroci esecuzioni di camorra e, tenuto conto che la vittima era in qualche modo legata a Modestino Pellino, ucciso a Nettuno da un commando di morte partito anche da Caivano, non è da escludere che la faida, iniziata a febbraio nel 2014, continui, eliminando amici di quel Modestino Pellino, che certamente ha avuto un ruolo importante nella mala della zona, essendo lui un“colonnello” dei Moccia.
Ma torniamo un passo indietro, cercando di ricostruire la figura di Antonio Vitale, che seppur vero è stato un elemento di spicco del clan di“Tanuccio o Malommo”, tornato libero sembrava essersi tirato fuori dalla partita criminale che da tempo si sta giocando nell’area Atellana, dove comanda un cartello criminale di Caivano, probabilmente appoggiato dal clan dei Pezzella. Di certo Vitale, almeno fino ad ieri, non ha mai temuto per la sua vita tanto è vero che buona parte della sua giornata la trascorreva vicino casa, tra il bar gestito da una congiunta, avendo l’accortezza di non farsi mai controllare con i pregiudicati della zona, anzi, neppure con le persone per bene, al fine di evitare a questi guai giudiziari.

L’area Atellana è terra di nessuno. A dicembrescorso, un killer solitario, forse travestito da donna, uccideva il52enne Mauro Pistilli, conosciuto col soprannome di“Mauriello”, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Cennamoattivo tra Frattamaggiore e Crispano. Contro l’uomo vennesparata una raffica di colpi. La vittima, titolare di fatto di ungrosso bar posto a confine con la provincia di Caserta, resosiconto di essere sotto tiro di un killer, tentò di prendere la suaberetta 9 parabellum che nascondeva nel garage cercando dirispondere al fuoco. Da voci che non hanno mai trovatoriscontro, pareva che Pistilli avesse alzato la testa, addiritturavolesse prendere il posto del boss Antonio Cennamo detto“Tanuccio ’o malomm, mettendosi contro i ras del clan Pezzella.Le indagini, coordinate dalla Dda partenopea ed affidate aicarabinieri del Nucleo investigativo del gruppo di Castello diCisterna, non hanno ancora portato ad alcuna verità. Ieri, adistanza di tre mesi, l’omicidio di Antonio Vitale, unpersonaggio ben noto in città per il suo passato criminale e perla sua vicinanza al padrino Antonio Cennamo, che appena unmese fa, è morto per una grave malattia, portandosi nella suatomba, un trentennio di segreti di storie di malaffare.

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