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venerdì, Marzo 29, 2024
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ACCADDE OGGI. Ammazzata vicino una polleria di Sant’Antimo: 7 colpi alla nuca ed alla schiena per la vedova del ras

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Ammazzata in pieno centro con 7 colpi di pistola, due alla nuca e 5 alla schiena: come un capoclan. A morire sotto i colpi dei killer fu però una donna, Immacolata Capone, 37 anni e vedova Giorgio Salierno ucciso sei mesi prima ad Afragola. Era il 18 marzo del 2004 quando Capone inchioda il fiammante e costoso fuoristrada grigio sull’asfalto. Spalanca lo sportello e si precipita verso una polleria affollata di massaie.
Pensa che è quello l’unico modo per sfuggire alla furia omicida dei killer. E già, Capone si era accorta di essere braccata, li aveva riconosciuti nello specchietto retrovisore, mentre le stavano addosso lungo l’ asse mediano. Ha cercato scampo nel primo centro abitato lungo la superstrada, a Sant’ Antimo. Ma i sicari l’hanno inseguita fino al negozio: ammazzata, giustiziata con cinque colpi di pistola nella schiena e due alla nuca.
Immacolata Capone aveva continuato a seguire gli affari del marito. Non voleva fermarsi nonostante l’assassinio di Salierno (vicino al clan Moccia di Afragola) e con ogni probabilità per questo motivo i killer la presero di mira, la inseguirono e le scaricarono sette colpi di pistola addosso nella centralissima via Roma a San’Antimo. L’omicidio di Capone sconvolse l’intera comunità santantimese, per la prima volta infatti nella popolosa città del Napoletano la camorra aveva osato ammazzare una donna a colpi di pistola.

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