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mercoledì, Aprile 24, 2024
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L’outlet ‘La Reggia’ sarà aperto anche a Pasqua, dipendenti infuriati sul piede di guerra

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Il caso dell’Outlet “La Reggia” di Marcianise, ovvero dell’apertura straordinaria dello stesso nei giorni di Pasqua e Santo Stefano, è diventato oggetto di un’interrogazione parlamentare.

I dipendenti del centro commerciale, raggiunti dalla notizia che non si fermeranno mai (praticamente l’unico giorno di chiusura per il 2017 sarà quello di Natale), hanno inscenato un’accesa protesta, rivolgendosi anche al sindaco di Marcianise, Comune in cui l’Outlet è allocato, e al vescovo della Diocesi di Caserta, monsignor Giovanni D’Alise, affinchè intervenga rispetto all’importanza cristiana delle festività in questione.

Sulla vicenda è intervenuta anche la Cgil, che ha prodotto il seguente comunicato:

“La Cgil di Caserta accoglie con favore l’interrogazione parlamentare del deputato Arturo Scotto, sull’apertura dei centri commerciali nei giorni festivi. Dopo la denuncia, esternata dalla segretaria generale della Cgil di Caserta Camilla Bernabei, in riferimento all’ipotesi di apertura della “Reggia Outlet” nel giorno di Pasqua, il parlamentare Arturo Scotto ha recepito la problematica ed ha presentato un’interrogazione parlamentare in merito. “Già da tempo criticavamo l’annunciata apertura dell’Outlet La Reggia prevista per il giorno di Pasqua e il 26 dicembre, lasciando come unico giorno di chiusura il giorno di Natale – ha dichiarato la Segretaria Bernabei – Va ricordato che le aperture nei giorni festivi degli esercizi commerciali non sono più regolamentate dalle amministrazioni locali, a seguito dell’introduzione di una nuova disciplina che ha disposto la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali, promossa dal Governo Monti; nei più grandi centri commerciali ormai i diritti del personale dei negozi non sono più adeguatamente tutelati, in termini di orario di lavoro, e i dipendenti sono ormai praticamente sotto continuo ricatto; la situazione è persino peggiorata con l’introduzione – attraverso il cosiddetto «Jobs Act» – dei nuovi contratti a tutele crescenti. In particolare nei grandi Centri Commerciali, ma non solo, i lavoratori sono sempre più sottoposti a pressioni continue, in una logica del “sempre aperto vuol dire più guadagno” che non ha alcun riscontro concreto. Al contrario, come ben specificato nell’interrogazione parlamentare di Scotto, altri Paesi europei hanno sperimentato una sorta di marchio simbolico che distingua in positivo i luoghi di lavoro in cui le condizioni di lavoro e i tempi di vita dei dipendenti siano pienamente rispettati. Le esperienze estere ci dimostrano che questi marchi hanno comportato maggiore visibilità e un aumento di fatturato per gli stessi esercizi commerciali. I diritti dei lavoratori dunque non sono affatto in contrasto con gli interessi economici delle aziende, noi lo diciamo da sempre e continueremo a farlo con ogni iniziativa possibile, a partire anche da quella referendaria: Con due Si Libera il lavoro”.

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