20 C
Napoli
venerdì, Marzo 29, 2024
PUBBLICITÀ

CAMORRA. «Mio fratello ucciso al posto mio», ecco la rivelazione choc del ras

PUBBLICITÀ

Nell’ordinanza che alcune settimane fa ha decapitato la mala di Pianura è contenuta la storia di Raffaele Pisa: la storia di Pisa potrebbe essere quella di un’altra vittima innocente di camorra. Il giovane si trovava in via Giorgio dei Grassi a Pianura quando fu raggiunto dai colpi dei sicari. Subito dopo l’omicidio il fratello Gianluca si presentò agli investigatori e rilasciò dichiarazioni spontanee che gettano nuova luce sulla guerra che si è combattuta tra le palazzine dell’area ovest tra i Pesce-Marfella e i Mele.

In quell’occasione Gianluca Pisa ha spiegato che l’uccisione del fratello potrebbe essere un atto di ritorsione nei suoi confronti da parte di esponenti del clan Marfella i quali, oltre a ritenerlo un “simpatizzante” di Salvatore Romano detto “muoll muoll” (attuale reggente
del Clan Mele), erano convinti che che spacciasse sostanze stupefacenti nel quartiere di Pianura senza la loro autorizzazione: «Mi chiedete se sia a conoscenza di eventuali problemi con terze persone che mio fratello potesse avere avuto ed io vi rispondo che lo escludo categoricamente, anzi, con ogni probabilità se avesse dovuto uccidere qualcuno della mia famiglia, sarebbe stato più logico se avessero ucciso me perché sostanzialmente in passato ho ricevuto delle minacce da soggetti legati al clan Marfella perché, avendo dei rapporti di parentela acquisiti con Giuseppe Ivone noto trafficante di droga del Rione Traiano
(padre della mia ex compagna) ipolizzavano che io approfittassi di tale situazione per gestire una piazza di spaccio di droga nella zona di Pianura. Ricostruendo tali minacce posso dirvi che due o tre mesi prima che Salvatore Marfella venisse arrestato nel luglio 2015 , fui avvicinato da lui, Giuseppe Foglia, Emanuele Bracale e Mauririo Legnante alias “talebano”. Mi fermarono in Corso Duca D ‘Aosta mentre si trovavano a bordo di un’autovettura Nissan Juke di colore bianco e, discesi dalla stessa, mi bloccarono e Salvatore Martella mi chiese con tono minaccioso se io effettuavo la vendita di droga al telefono; io risposi in maniera negativa e lui, non credendomi, mi disse che prima o poi mi avrebbe acchiappato».

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Da Napoli ad Arezzo per la rapina in banca, condanna soft per 2 rapinatori

Tascone Vittorio del '96 e Moschera Luigi del '95, entrambi napoletani con recidiva specifica, erano stati arrestati per una...

Nella stessa categoria