sabato, Luglio 19, 2025
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Lavanderia del clan,il pentito: «Lo Russo ricevette 100mila euro come regalo di nozze da Cesare Pagano»

«Sono stato io a dare ai figli di Mario Potenza, Bruno e Salvatore,600 mila euro in contanti.Loro me li avrebbero conservati e mi avrebbe dato ogni mese 5 mila euro che giravo a mia figlia Teresa come rendita personale». E’ questo quanto raccontato da Salvatore Lo Russo agli inquirenti all’inizio della maxi inchiesta che aprì il vaso di Pandora del riciclo di capitali illeciti nei locali della Movida. La prima volta che Lo Russo parlò di Mario Potenza era il 2012:
«Era ungrosso contrabbandiere di sigarette e negli anni Ottanta ha accumulato un patrimonio ingente che ha reinvestito nell’usura»,spiega il collaboratore digiustizia. Fu il pubblico ministero della Dda di Napoli EnricaParascandolo, il 22 maggio2013, a tratteggiare la sua figura nel corso della requisitoria per il processodi primo grado che lo vedeva imputato con i figli e alcuni imprenditori napoletani per riciclaggio.«Dalle telefonatenella sua casa al quarto piano al Pallonetto di Santa Lucia è nata l’intera inchiesta – disse il pm -Mario Potenza è il re del contrabbando a Napoli. Ce lo dicono tutti i pentiti e celo dice lo stesso Mario che si è presentato all’indomani del sequestro di otto milioni di euro nella sua casa daparte della Dia. Ci dice di aver cambiato attività e di dedicarsi a prestare i soldi,con tassi dell’1 per cento almese. Dalle intercettazioni nasce l’intera inchiesta ed è lo stesso Potenza che dice che dalle telefonate captate sarebbero potuti nascere altri sei processi».

Un altro collaboratore di giustizia Emanuele Ferrara traccia un altro quadro dell’ex re del contrabbando:«Nel ristorante di Potenza a Lucrino, che si chiama Villa delle Ninfe, Antonio Lo Russo ha celebrato il matrimonio -racconta – sono stati invitati tutti i boss di Secondigliano e Cesare Pagano regalò ad Antonio 100mila euro in contanti».