«Se entro questa sera non mi porti i 40mila euro, te lo giuro sul mio onore faccio venire i Polverino qui sopra all’ufficio». Queste le minacce di Giorgio Poziello ad Antonio Murolo, cognato di Pietro Coci, l’imprenditore costretto a versare la tangente su un appalto al Santobono di Napoli. E’ lo stesso Coci a parlare della richiesta estorsiva fatta da Poziello, il coordinatore infermieristico dell’ospedale, poi finito in carcere con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, a suo cognato nel corso di una conversazione poi finita nelle intercettazioni ambientale delle forze dell’ordine.
L’imprenditore parla con un suo collaboratore, il 16 luglio del 2015, e racconta che dovrà portare i soldi a Poziello. «E tu che hai fatto quando Giorgio ha parlato così, l’hai picchiato? – aveva chiesto Coci al cognato – “No” …allora ora lo picchio io…..Poi gli mandai un messaggio, uomo di merda, fatti trovare tra mezz’ora fuori a Piazza dei Martiri». La richiesta estorsiva era stata fatta tre giorni prima:“Così come conosco il buono, conosco anche il cattivo. Ma qui se non paghiamo andiamo a finire malamente tutti quanti. Vedi come sto? Come un dannato».