Stanchi e Montò erano il mezzo ma non il fine. Antonio Mennetta insieme ai suoi cugini aveva intenzione già da tempo di fare la guerra agli Abete-Abbinante e l’uccisione dei due ras a Melito fu la chiave utilizzata dal capo della Vanella Grassi per aprire le porte ad una nuova guerra di camorra. Tutto partì da due milioni di euro che il vertice degli Abete-Abbinante avrebbe intascato senza dire nulla a quelli della Vanella Grassi.
E così Raffaele Stanchi e il suo guardaspalle Luigi Montò furono attirati in un tranello e ammazzati a Miano nell’abitazione di Carlo Matuozzo, allora membro dei ‘Girati’. Era l’8 gennaio 2012, ma i cadaveri furono trovati carbonizzati la mattina dopo nei pressi del cimitero di Melito. Era un tentativo di depistare le indagini, ma soprattutto disorientare nemici e forze dell’ordine. La trappola scattò a Villaricca, dove Stanchi e Montò si recarono all’appuntamento con coloro che credevano amici. Con tre macchine si recarono a Miano a casa di Carlo Matuozzo per discutere di affari di droga. Un summit che all’improvviso si trasformò in un’aggressione a freddo culminata
nel duplice omicidio confessato in aula da Mennetta e da suo cugino Fabio Magnetti. I due, prima di morire, furono torturati per spingerli a rivelare dove fossero nascosti i soldi.