La volontà di allargare, in vista delle amministrative di primavera e delle politiche del prossimo anno, il fronte del movimento dei transfughi del Pd e al quale ha aderito Un lavoro costante per affrontare le emergenze dei territori, dall’ambiente alla sicurezza. Ricostruire un centrosinistra dallo schema classico. Michela Rostan, fuoriuscita dal Partito Democratico e da un mese esponente di Articolo 1 Progressisti e Democratici, in quest’intervista ad Internapoli.it tocca a tutto tondo diversi argomenti riguardanti la sua attività di deputata. «Con il Pd non si poteva più andare avanti. Bisogna rimettere al centro il tema del lavoro, soprattutto per i giovani», dice la Rostan che non risparmia stoccate al suo vecchio partito e ad alcuni suoi esponenti.
Ma Lei si ricandiderà nel 2018 alle politiche?
«Ci sto lavorando, ma non do mai nulla per scontato».
Sull’area nord persistono problemi importanti come sicurezza, la criminalità. Il Parlamento come intende continuare ad affrontare tali argomenti?
«L’approvazione del decreto Minniti sulla sicurezza è un passo avanti importante, sebbene vi siano state delle perplessità, anche in Articolo 1. Lavorare sul fronte della sicurezza e sul contrasto del degrado delle periferie non vuol dire soltanto garantire una maggiore presenza delle forze dell’ordine, ma presuppone anche dei cambiamenti dei comportamenti civici di ognuno di noi».
Ma a suo avviso, anche in qualità di membro della commissione Giustizia alla Camera, è necessaria anche una nuova legiferazione in merito? Cosa si sta facendo nel concreto?
«I lavori in commissione giustizia vanno avanti ma ad agire ora devono essere anche le istituzioni locali, attraverso l’attuazione dei sistemi di controllo sul territorio a partire dalla videosorveglianza e non solo. Il Governo centrale ha investito tanto per il recupero delle periferie».
Resta la problematica della Terra dei Fuochi, anche se è un po’ sparita dai radar mediatici
«L’attenzione resta massima. Si deve dare un’accelerata sulle bonifiche, per le quali il Governo centrale ha stanziato 450 milioni di euro circa. Le istituzioni locali e regionali devono lavorare di più sul risanamento ambientale, a partire dal funzionamento della videosorveglianza. Molte telecamere non funzionano ancora e i roghi continuano».