La mega confisca a carico dei prestanome dei Contini è stato un altro colpo messo a segno dallo Stato contro la camorra. Il gruppo d’impresa Di Carluccio ruota intorno ai fratelli Ciro e Gerardo, figli del defunto Edoardo, contrabbandiere negli anni ’70 ritenuto legato ai Nuvoletta. Solo a Ciro è contestata l’organica partecipazione al clan Contini; basti pensare chenegli anni in cui “’o Romano” era latitante, proprio il principe dei suoi riciclatori a portare in giro i “pizzini” con gli ordini del boss. Le ricostruzioni investigative (naturalmente da dimostrare in giudizio e fermo restando la presunzione d’innocenza degli indagati) hanno evidenziato che a metà degli anni ’90 i Di Carluccio co-minciarono ad acquisire impianti di distribuzione di carburante (il primo fu quello di un’area diservizio sita lungo la Tangenziale di Napoli), sia accompagnandole trattative ad atti di intimidazione che investendo nelle ingent icapitali di non chiara provenienza, circostanza che contrastava con i redditi bassissimi dichiarati o addirittura inesistenti.
«Ciro Di Carluccio diede 700mila euro a“Ettoruccio” in pochi minuti. Lui li aveva persi al gioco, o doveva giocarseli non ricordo bene. Bosti andò a prenderli nella sua villa: entrò e poco dopo scese con una borsa di “Louis Vuitton” piena di soldi». Due pentiti del clan Contini, Vincenzo De Feo e Teodoro De Rosa, hanno parlato dell’enorme disponibilità di danaro contante di Ciro Di Carluccio, i cui beni e quelli del fratello Gerardo sono stati ieri confiscati su provvedimento dei giudici del Tribunale di Napoli, sezione misure di prevenzione, su proposta della Dda partenopea. A beneficiarne in un’occasione, secondo quanto riferito in particolare dal primo collaboratore di giustizia, fu Ettore Bosti soprannominato “o’ russ”, figlio di Patrizio “o’ Patriziotto”.