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venerdì, Aprile 19, 2024
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Gli Orlando costola dei Polverino-Nuvoletta: così comandavano politica, droga e racket

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‘Nel comune di Marano sono state riscontate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che hanno influenzato il buon andamento dell’amministrazione ed il funzionamento dei servizi”. E’ con queste parole che esordisce la relazione del Ministro dell’Interno al Presidente della Repubblica sulla quale sono elencati i motivi che hanno portato allo scioglimento del comune di Marano. Un’indagine che attesterebbe le frequentazioni e parentale tra amministratori, dipendenti comunali con esponenti di famiglie camorristiche egemoni sul territorio, ovvero i clan Polverino e Nuvoletta, ma non solo. In base all’ultima inchiesta che ha portato alla cattura di 30 esponenti del clan Orlando, è stata riscontrata l’ingerenza anche di quest’ultima organizzazione criminale nella vita politica maranese.


Gli accertamenti effettuati anche dalla Commissione d’accesso, nominata dal Prefetto di Napoli, hanno dato luca ad un vero e proprio ‘sistema’ attraverso cui le due principali cosche camorristiche operanti sul territorio condizionavano ”hanno mantenuto saldamente il controllo del territorio ed imposto un condizionamento generale anche attraverso alcune famiglie di imprenditori che… hanno svolto il ruolo di fiancheggiatori e prestanome della consorteria”, si legge nella relazione.


Secondo quanto accertato dagli inquirenti, la Camorra avrebbe esteso i propri tentacoli su settori specifici del territorio: mercato ortofrutticolo, edilizia ed appalti pubblici, gestione del ciclo integrato dei rifiuti, cimitero e macchina amministrativa. In particolar modo, la commissione ha attestato che ”assumono un particolare significato, la vicinanza familiare e la continuità con ambienti criminali di alcuni dipendenti, inseriti in uffici notoriamente esposti al rischio di corruttela ed interferenza”.



L’ascesa degli Orlando – costola dei Polverino-Nuvoletta – era stata ripresa anche dall’ultima relazione della Dia
Gli interessi dell’organizzazione si sarebbero estesi su svariati ambiti criminali, tra i quali il traffico di sostanze stupefacenti, le estorsioni, il traffico di rifiuti, il riciclaggio in attività economiche – comprese le speculazioni edilizie – anche in altre Regioni e all’estero.
“Per quanto concerne gli assetti interni dell’organizzazione, l’esecuzione di provvedimenti cautelari a carico del gruppo Polverino avrebbero determinato un indebolimento strutturale del clan, il cui reggente risulta latitante. Le vicende appena descritte avrebbero, inoltre, favorito una maggiore presenza dell’alleata famiglia Nuvoletta nella gestione del traffico internazionale di stupefacent. Collegato al sodalizio Nuvoletta-Polverino è il gruppo Orlando – il cui vertice risulta composto da pregiudicati provenienti dal direttivo della famiglia Nuvoletta – che si rivolgerebbe prevalentemente alla vendita degli stupefacenti ed alla pressione estorsiva nei confronti di commercianti ed imprenditori locali”.

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