«Fine maggio si avvicina e con essa anche la febbre da candidatura politica. Manifesti, bigliettini, gigantografie, pulmini addobbati, auto tappezzate e chi ne ha più ne metta. Non si scappa dalla mania di veder stampigliata ovunque la propria immagine e quando le strutture provvisorie in metallo non riescono più a contenere le facce sorridenti e ben impostate dei nostri aspiranti consiglieri e sindaci, quando ormai ogni muro è stato tappezzato fino all’inverosimile, si passa al colpo di genio. Tra i tanti come non tenere conto della gigantografia di De Luca che troneggia in via Campana, che scruta ogni passante dall’alto, come fanno Mao in Cina e Kim Jol II in Corea del Nord. Mania collettiva ormai è diventato lo striscione che fa mostra di sè sul balcone di casa dell’aspirante amministratore, nessuno ha voluto rinunciare a questo “must” di fine primavera.
Ma quando muri e balconi non sono sufficienti a tenere a freno questa voglia smaniosa di farsi vedere per poi arrivare al tanto agognato consenso, ecco che entra in moto (nel vero senso della parola) il furgone tappezzato, che è pronto a fare il giro della città per non far mai mancare alla vista dei cari concittadini, la pressante presenza cartacea di coloro che hanno accettato di sacrificarsi per la comunità (!).
Ma chi bisogna ringraziare per cotanta dedizione alla causa, se non il proprio Comitato Elettorale? Ormai non c’è locale sfitto o abitazione al pian terreno che non sia stata magicamente tramutata in sede per la propaganda elettorale del proprio partito o candidato. E anche qui ce ne sono di varia natura, nessuna zona della cittadina, come in un risiko politico, è rimasta neutrale all’invasione. Le due arterie principali sono luogo di mietitura per le maestranze coinvolte nella raccolta dei voti, ma allora cosa fanno i nostri salvatori della patria nei loro comitati elettorali insieme ai loro portacolori, quali decisioni lungimiranti mettono a punto per poi comunicarle alla trepidante popolazione?Una è certa: si gioca a carte! Ovviamente solo quando la postazione non è vuota o presidiata solo da un unico guardiano (il solitario a Qualiano non va per la maggiore…), quando poi si parla di politica ecco che entra in gioco il pallottoliere: “Allora è certo la famiglia di Caio sono in 5, Quella di Sempronio riusciamo a spremergli almeno 3 o 4 voti, Per Tizio me la vedo io in un modo scendiamo a patti…” e via con altre amenità del genere. Beh questo è comunque uno spaccato della nostra comunità, uno specchio di come l’avvenimento politico venga vissuto in vario modo. Anche se poi a occhio e croce i migliori comitati elettorali, quelli sicuramente più frequentati, stanno diventando nell’ultimo periodo gli studi degli architetti cittadini perchè a detta di tutti Qualiano di una sola cosa ha bisogno come il pane: migliori infrastrutture? Centri di aggregazione giovanile? Uno sviluppo economico imminente? No. Sono di secondo piano, il futuro si chiama Prg».