A sette anni muore sulla moto giocattolo. La tragedia ieri pomeriggio in via Santa Rita da Cascia, nella zona Monaci di Giugliano. Alessandro De Mattia, quindici anni, guida una minimoto Enduro Quad. Con lui c’è il cugino, Gianluca Pellegrino, sette anni. Il più grande, figlio di un tecnico radiologo dell’ospedale San Giuliano, vive nel quartiere Camposcino; Gianluca qualche isolato distante, in via Metito. I due ragazzini corrono sulla minimoto – che non è omologata per la circolazione – verso via Oasi Sacro Cuore, arriva un autocarro che trasporta frigoriferi per gelati. Una distrazione, forse un sorpasso azzardato (le indagini sono ancora in corso), e la ruota anteriore sinistra della minimoto si scontra con la ruota dell’autocarro. I due ragazzini finiscono per terra, travolti. Il manubrio del motorino nell’impatto si spacca in due parti e una ruota esplode. A terra, riversi al suolo, i corpi dei ragazzi. Alessandro riesce ad alzarsi il piccolo Gianluca resta immobile. L’autista dell’autocarro, sotto choc, non arresta il veicolo e prosegue verso via Verdi. Ma i passanti e i commercianti lo bloccano, quasi tentano di linciarlo. Il conducente si porta le mani al volto, scende dal mezzo e si allontana. Intorno al bambino ferito si crea un fitto capannello di persone. Grida di spavento, donne in lacrime, gente che tenta di contattare l’ospedale e la polizia. Qualcuno cerca di tamponare il sangue; qualche altro propone di trasportare subito il bimbo in ospedale. Poi finalmente si sentono le sirene delle volanti del commissariato di Giugliano, della polizia stradale di Napoli e dall’ambulanza del 118. Il personale paramedico tenta una prima rianimazione: il cuore di Gianluca batte ancora. Il bimbo viene immediatamente caricato sulla barella per essere condotto al vicino ospedale San Giuliano. Sul posto arrivano anche gli agenti della polizia municipale del comando di Giugliano, che provvedono a chiudere al traffico via Santa Rita. L’ambulanza parte velocissima, ma quando arriva in ospedale Gianluca è già morto. Al San Giuliano si precipitano i familiari del bimbo: un drappello di poliziotti sosta davanti alla sala mortuaria, arriva il parroco. I parenti capiscono che per il loro bambino non c’è più niente da fare e la disperazione diventa difficile da sopportare. I pianti, le urla riecheggiano tra le corsie. Nello stesso ospedale è stato ricoverato anche Alessandro, ferito alla gamba e alla mano destra, ma le sue condizioni non destano preoccupazioni. Intanto, in via Santa Rita la polizia esegue i rilievi sul ciclomotore, che resta ancora nel mezzo della carreggiata, e sull’autocarro fermo accanto al marciapiede, circa trenta metri più innanzi. Alle 17.15 la strada viene riaperta al traffico. L’asfalto è ancora sporco di sangue.
NICOLA DE ALTERIIS
«Aiutatemi, la mamma non sapeva volevamo soltanto farci un giro»
Giugliano. «Se Gianluca muore io mi uccido». Parole di disperazione. Sono passati pochi minuti dall’incidente: Alessandro De Mattia, il cugino di Gianluca, il bimbo morto, è sotto choc. Anche lui è rimasto ferito, ma per fortuna le sue condizioni non sono gravi. Alessandro attende i soccorsi, è in lacrime: «Se accade qualcosa di brutto a Gianluca io mi suicido. La mamma non lo sapeva che veniva con me. Volevamo solo farci un giro». Alcuni tra i passanti cercano di rassicurarlo. Tanto lo spavento e il rimorso per il sentirsi in parte responsabile per le sorti del cugino. Passa qualche minuto e la notizia dell’incidente rimbalza in città. Arriva un bambino, avrà dodici anni. Corre, poi rallenta, poi riprende a correre: all’improvviso grida il nome di Gianluca, vorrebbe avvicinarsi per aiutarlo ad alzarsi ma la persone lo trattengono. Il piccolo trema, piange: è in preda ad una forte crisi emotiva. È un parente del bimbo, c’è chi dice il fratello. Una donna presente tra la folla lo abbraccia per tentare di calmarlo. Intanto, dai balconi delle palazzine che danno su via Santa Rita da Cascia, si affacciano in tanti. Arrivano persone a piedi, altri lasciano l’auto parcheggiata quasi in mezzo alla strada per capire che cosa è avvenuto. Poi esplode la protesta contro le moto giocattolo che, se usate in maniera sbagliata, diventano vere e proprie armi. Il giudizio è unanime: «Questi motorini sono delle tombe ambulanti. Vanno vietati subito dalla legge».
n.d.a
«Sono giocattoli, si usano in casa in certi casi vanno puniti i genitori»
«Permettere ai ragazzi di circolare con queste moto giocattolo per la strada è come permettere loro di andare in giro con la pistola». Il comandante dei vigili di Napoli, Carlo Schettini, lancia un atto d’accusa. I genitori sono colpevoli delle possibili imprudenze dei figli? «La prima istituzione è la famiglia: quando gli stessi genitori portano sul motorino anche i figli senza casco, come capita spesso, non ci sono speranze. E non lo dico per evitare responsabilità: noi abbiamo creato un servizio di videosorveglianza, ma senza la collaborazione dei cittidani non si può far nulla» Che cosa dovrebbero fare i genitori? «I genitori, appunto. Quando facciamo posti di blocco ci capita di sequestrare motorini e minimoto. E spesso il ragazzino proprietario di questo costosissimio giocattolo chiama il papà o la mamma con un altrettanto costoso telefonino. E quando i familiari arrivano spesso prendono le difese del figlio». E allora che fare? «Sono d’accordo con il presidente del tribunale per i minorenni Stefano Trapani: in alcuni casi bisognerebbe togliere patria potestà ai genitori». Le moto giocattolo possono essere utilizzate in strada? «No. Sono giocattoli e quindi bisogna usarli in casa o al massimo in giardino». Bisogna indossare il casco? «No, perché non si può metterle su strada». Che velocità hanno? «Spesso vengono truccate con la complicità di un meccanico».
d.d.c.
Il Mattino 11/05/2006
A SETTE ANNI VA IN MINIMOTO, MUORE BIMBO NEL NAPOLETANO/ANSA
ALLA GUIDA DEL MEZZO IL CUGINO DI 14 ANNI: ERANO SENZA CASCO
Sette anni: e’ morto a seguito di
un incidente stradale. Era in sella, senza casco, a un piccolo
scooter giocattolo a quattro ruote, di quelli che non sono
abilitati alla circolazione su strada e che dovrebbero girare
solo in luoghi chiusi. La tragedia e’ avvenuta a Giugliano, una
citta’ di 100 mila abitanti della periferia a nord di Napoli.
Gianluca, cosi’ si chiamava la vittima, era uscito dal
cortile della sua casa in compagnia del cugino di 14 anni che si
era messo alla guida del mezzo. Quello scooter giocattolo era in
casa solo da pochi giorni. Oggi pomeriggio hanno deciso di fare
un giro, forse per provarlo, per le strade del loro quartiere:
da via Metito al convento dei frati francescani. Poi hanno
imboccato via Santa Rita di Cascia, una strada che solitamente
non e’ particolarmente affollata. Ed e’ qui che e’ accaduta la
tragedia. Lo scooter, che procedeva in direzione di via
Giardini, si e’ scontrato, per cause ancora in corso di
accertamento, con un camion di una ditta locale che trasportava
gelati e che giungeva sulla carreggiata opposta.
L’autista, 34 anni, si e’ fermato subito: e’ stato tra i
primi a dare soccorso ai due ragazzi. L’impatto ha richiamato
l’attenzione anche di alcune passanti e di un agente di polizia
che abita in zona. Hanno chiamato l’autoambulanza del ‘118’ il
cui presidio e’ poche decine di metri: Gianluca era a terra e
respirava a fatica. Le sue condizioni sono apparse subito
disperate. ”Perdeva tanto sangue”, ha raccontato visibilmente
scosso l’agente. Fatale sarebbe stata una vistosa ferita alla
testa. Il cugino, anche se dolorante, non ha perso coscienza e
si disperava per l’accaduto.
Una corsa all’ospedale ”San Giuliano”, dove pero’ i medici
del pronto soccorso non hanno fare altro che constatarne il
decesso. ”Mi sono trovato a passare di li’ per caso e subito
mi sono reso conto della gravita dell’accaduto. Episodi del
genere non dovrebbero mai accadere”, ha commentato il sindaco
di Giugliano, Francesco Taglialatela. ”Il mio primo pensiero va
alla famiglia del bambino di sette anni. Insieme alla citta’ mi
stringo intorno alla mamma, al papa’ e ai congiunti del piccolo
Gianluca”, ha proseguito.
L’autista del camion, visibilmente provato, e’ stato sentito
a lungo dagli agenti del locale commissariato di polizia e da
quelli della stradale. Lo scooter e’ rimasto danneggiato allo
sterzo: La dinamica e’ ancora tutta da ricostruire. Sul posto si
e’ immediatamente formata una folla di curiosi. Sono giunti
alcuni parenti dei due ragazzi, in preda alla disperazione.
E poco dopo sono stati deposti fasci di fiori sul luogo, fra
tantissimi giovani – anche in tre in sella a uno scooter – che
continuavano a sfrecciare senza casco.
(ANSA).