Nelle ultime settimane tre giovani hanno perso la vita perché non indossavano il casco. E ieri per sensibilizzare i cittadini, soprattutto i giovani, all’uso del casco si è tenuta una manifestazione. Quattrocento persone hanno sfilato lungo le strade di Sant’Antimo. Volevano indossare tutti il casco, ma le forze dell’ordine l’hanno impedito per motivi di ordine pubblico. «Con questa manifestazione – dice uno dei giovani promotori dell’iniziativa – abbiamo voluto iniziare un discorso di sensibilizzazione ma il nostro impegno andrà avanti nel tempo. L’obiettivo è di far entrare nella mentalità dei motociclisti di indossare il casco, come un gesto tanto e naturale che salva la vita». Non sono mancate le testimonianze di sostegno anche da altre parti della cittadinanza, a cominciare dall’iniziativa di un imprenditore che si è impegnato a far distribuire nei prossimi giorni centinaia di magliette con la scritta «Con il casco non mi vergogno». Tutti a piedi indossando il casco per testimoniare la necessità del suo utilizza. Partenza alle 18.30 dalla villa comunale Diego Del Rio e dopo aver percorso le principali strade cittadine, è stata raggiunta piazza della Repubblica. Toccante è stata la partecipazione delle famiglie delle vittime degli ultimi tragici incidenti, la loro volontà di testimoniare la necessità che si faccia un passo in avanti sotto il profilo della prevenzione e della tutela. Alla manifestazione hanno dato un sostegno attivo tutte le componenti della società civile e delle istituzioni, dai vigili urbani ai carabinieri e alla polizia, dai boyscout alla protezione civile. Tutti hanno collaborato alla buona riuscita di un iniziativa che rompe il muro d’indifferenza che spesso fa da corollario ad incidenti di questo tipo. «Oggi si è infranta una serie di luoghi comuni sull’intherland napoletano – racconta un altro studente – l’immagine folkloristica, propagandata dai media, di una provincia napoletana impermeabile alle norme a tutela della sicurezza dei motociclisti. La nostra iniziativa ha anche il significato della volontà di questa città, di questa provincia, di affrancarsi da questi luoghi comuni».
NELLA CAPASSO – IL MATTINO 13 MAGGIO 2006