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venerdì, Aprile 19, 2024
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Terrore e spari su Champs Elysées: si costituisce complice, fermati 3 membri di famiglia dell’attentatore

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«Quel che è accaduto ieri ci riporta alla pericolosità del terrorismo e all’esigenza di una difesa salda, forte, decisa e responsabile che garantisca costantemente i valori della democrazia e della libertà». Lo sottolinea Sergio Mattarella ricordando l’attentato di Parigi nel corso dell’incontro con gli esponenti delle associazioni combattentistiche e d’arma al Quirinale. Quello terroristico «è un assalto contro la democrazia, la libertà, la vita umana». Intanto, diverse armi sono state ritrovate nell’Audi 4 del terrorista ucciso dopo la sparatoria sugli Champs-Elysées: un fucile a pompa e delle armi bianche, tra cui un coltello da cucina, riporta la tv Bfm. E si è costituito un sospetto complice: il belga segnalato dalle autorità di Bruxelles a Parigi in relazione all’attentato sugli Champs-Elysées si è presentato spontaneamente al commissariato di polizia di Anversa. Lo si apprende dal portavoce del ministero degli Interni a Parigi. E sono stati fermati tre componenti della famiglia dell’attentatore.

Solo due giorni fa c’era stato un avvertimento. E poi ieri sera, a tre giorni dal primo turno, il terrorismo ha fatto irruzione nelle elezioni presidenziali francesi. Un 39enne francese, Karim Cheurfi, ha ucciso con un kalashnikov un poliziotto sugli Champs-Elysees e ne ha feriti altri due. Poi ha provato a scappare, ma è stato ucciso dopo pochi metri. Diverse armi sono state ritrovate nell’auto del terrorista, un’Audi 4: un fucile a pompa e delle armi bianche, tra cui un coltello da cucina.

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Fin da subito si è diffusa la notizia di un probabile complice in fuga. Ma l’uomo di nazionalità belga, sospettato di essere complice del terrorista e ricercato dalle autorità in Belgio e Francia, si è presentato spontaneamente al commissariato di polizia di Anversa, come ha rivelato il portavoce del ministero degli Interni a Parigi.

Prima di mezzanotte, la rivendicazione dell’Isis: l’attentato è stato compiuto da qualcuno denominato “Abu Yusuf al Beljiki”, ovvero «il belga». A Parigi, il killer – come confermato dal procuratore Francois Molins – è stato identificato e la sua abitazione in banlieue di Parigi già perquisita. Si chiamava appunto Karim Cheurfi, era schedato dalla polizia, radicalizzato, con pesanti precedenti: già 15 anni fa era stato condannato per tentato omicidio di un agente, quindi per aver assalito una guardia in carcere.

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