Un lavoro complesso, giorni e giorni di indagini e intercettazioni. La scoperta della stamperia, che si sapeva esistesse nell’area campana, ha richiesto l’impegno di notevoli energie, ha sottolineato il magistrato, nonostante le scarse risorse a disposizione per poter fronteggiare il numero di crimini che vengono compiuti nell’area napoletana. “Nonostante la carenza di risorse investigative – ha detto Mancuso – non abbiamo mai sospeso le ricerche e alla fine queste sono state coronate dal successo”. La stamperia, scoperta in una zona periferica di Marano era difficilmente individuabile perche’ il locale era ben occultato dietro un anonimo magazzino-deposito e in esso vi si entrava attraverso un buco molto stretto praticato nella parete, occultato da assi e ripiani di legno. All’interno macchinari sofisticati ai quali, probabilmente, hanno lavorato piu’ persone, tra cui anche “artisti” che hanno impiegato intorno alle 3 settimane per riprodurre alla perfezione le lastre delle banconote. Il responsabile, Vincenzo Pirozzi, e’ stato arrestato. L’operazione ha portato anche alla scoperta del “secondo livello” dell’organizzazione e all’arresto di due coniugi di Caivano – Gaetano Donzetti e Concetta Sondiello – che avevano il compito di “smerciare” le banconote e nella cui abitazione sono stati sequestrati 500 mila euro falsi. L’organizzazione, secondo quanto accertato nei circa quattro anni di indagini, aveva il suo centro in Campania e distribuiva le banconote in gran parte d’Italia, in Germania e in altri paesi esteri, ma la maggior parte dei falsi, circa il 66%, finiva nel Nord Italia, e in particolare in Lombardia. Nelle varie fasi dell’operazione, denominata Rockerduck, erano gia’ stati sequestrati 1.450.000 euro falsi e arrestate 7 persone a Milano, Roma, Caserta, Napoli e in Germania. Le indagini proseguono per individuare i vari personaggi che operavano nei primi due livelli dell’organizzazione, ovvero la riproduzione e stampa delle banconote e la prima distribuzione. Ciascuna banconota al primo passaggio veniva ceduta al 12% del valore facciale e, alla fine, si arrivava alla distribuzione al dettaglio per un valore che rasentava il 40%.