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martedì, Aprile 16, 2024
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Estorsione da 70mila euro in un bar di Villaricca: la vittima si rivolse ad ‘amici’ per non pagare

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La fama di ras emergente e pericoloso non era un fake, ma realtà. Walter Mallo, dopo i contrasti nella Sanità e l’esilio volontario nel rione don Guanella, non era rimasto con le mani in mano. Anzi, aveva subito attuato un piano per diventare ancora più forte, alleandosi a Napoli con i nemici dei Vastarella (gli Esposito-Genidoni) e con i Ferrara-Cacciapuoti in provincia, precisamente a Villaricca.
Come primo atto, i due gruppi di mala (quest’ultimo e Mallo) avevano messo sotto pressione il titolare di un bar nella cittadina fino a costringerlo a pagare un “pizzo” di 70mila euro. Ma in tre sono stati incastrati dai finanzieri del Gico, su indagini coordinate dalla procura antimafia, e ieri mattina si sono trovati di fronte gli investigatori delle Fiamme gialle per la notifica del provvedimento restrittivo.
L’unico libero dei tre era Domenico Cacciapuoti, 26enne nipote del ras Luigi Cacciapuoti (ritenuto il capoclan). Ma ora il giovane si trova dietro le sbarre mentre già lo erano Walter Mallo, 38enne, e Giovanni Denise, 27enne, rispettivamente numero uno e luogotenente della cosca con base nel rione don Guanella che ingaggiò tra il 2015 e il 2016 una furibonda guerra con i Lo Russo capeggiati da Carlo, poi diventato collaboratore di giustizia. Le indagini culminate nella misura cautelare per estorsione aggravata a carico dei tre indagati sono state condotte dal Gico del nucleo di polizia tributaria di Napoli (colonnello Giovanni Salerno, tenente colonnello Giuseppe Furciniti) attraverso intercettazioni telefoniche e videoriprese. Durante le quali è emerso (fermo restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva) che Walter Mallo, Giovanni Denise e Domenico Cacciapuoti più volte erano entrati nel bar di Villaricca preso di mira per estorcere soldi al titolare.
La prima “bussata” risale a marzo 2016 e le sgradite visite dei tre uomini sono continuate fino ad aprile inoltrato. Alla fine del mese l’uomo avrebbe pagato la prima di tre rate, dopo aver presumibilmente chiesto di versare la somma in più tranche – scrive Il Roma – Secondo gli inquirenti, il gestore del locale inizialmente avrebbe cercato di far intervenire in suo favore alcuni intermediari. Ma il tentativo di intercedere con gli autori della richiesta estorsiva era fallito e sia pur faticosamente, il proprietario aveva pagato la tangente dopo aver venduto in tutta fretta un’autovettura per reperire la somma. I soldi poi, furono divisi equamente tra i due clan. L’uomo, intimidito, non ha sporto denunciato e ha collaborato parzialmente con gli inquirenti solo quando, attraverso le intercettazioni telefoniche, la vicenda è venuta a galla. Avrebbe fatto meglio a chiedere aiuto subito alle forze dell’ordine, ma la paura è un sentimento umano che comunque va rispettato.

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