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giovedì, Aprile 25, 2024
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Elezioni Comunali 2017, il candidato sindaco Chiantese (M5S): «Sant’Antimo non sarà il bancomat della politica»

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A Sant’Antimo è sempre mancata la pianificazione. Il territorio è stato sbranato dai gruppi di potere ed imprenditoriali. C’è un degrado generalizzato. Alcuni punti di demanio pubblico della città sono stati dati in mano a clan politici che non hanno mai pensato al bene dei santantimesi, ma solo a prendere, come se la città fosse un bancomat. Nel concreto, due anni fa abbiamo chiesto, attraverso un referendum, il no all’esternalizzazione dei servizi cimiteriali. Il no al progetto Jessica (che prevede fra le altre cose la costruzione di nuovi parcheggi non distante dalla villa comunale ndr.) e il ripristino della navetta comunale per raggiungere la metropolitana. Sant’Antimo dev’essere liberata, con la calda partecipazione della cittadinanza con una visione politica umana.

In caso di vittoria, anche voi darete vita ad un fondo per finanziare start-up come fatto dal movimento a livello nazionale?

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Si. Abbiamo firmato un documento nel quale ci impegniamo a tagliare del 50% i costi della giunta e creare dei fondi per la vita, con un contributo da dare alle famiglie che hanno un figlio con problemi di salute e agevolarne le cure. Creeremo anche uno sportello anticancro, da unire al registro dei tumori che ora è redatto dalle Asl ma che dovrebbe essere cura dei Comuni redigere e renderlo noto. Ricordiamo che Sant’Antimo rientra nel Patto per la Terra dei Fuochi. Noi abbiamo, ad esempio, l’area della Contrada Fratelli Cervi, al confine con Cesa, a 50 metri dall’isola ecologica, dove si consuma l’olocausto santantimese, con un rogo un giorno si e un giorno no ma anche sversamenti di amianto, materiali di risulta e dove sono state trovate carcasse di animali morti. Lì le telecamere non sono mai state installate e non è mai partita una task force. Non c’è stata mai neanche un’ordinanza di chiusura della strada al traffico per preservare quell’area e la salute dei cittadini.

Quindi, sul versante ambientale, qual è la vostra proposta?

Abbiamo già istituito la mappa dei roghi tossici e noi vogliamo continuare su questa strada. Il registro dei roghi dovrebbe aggiornata ogni sei mesi, ma ciò non avviene. Abbiamo richiesto una maggiore attenzione sul decoro urbano. Chi lo maltratta, dovrà essere individuato e provvedere a riparare al danno. Ma ciò il Comune non l’ha mai fatto. Attualmente poi, i proventi di tutto ciò che viene riciclato a Sant’Antimo, definito ingiustamente “Comune riclcone’’, non vanno all’Ente e paghiamo la Tari tra le più alte d’Italia.

Che giudizio dà dell’amministrazione Piemonte?

Un disastro. Non c’è stata pianificazione e non c’è organizzazione. Cito l’esempio della villetta Romeo, nei pressi della stazione. Un’associazione della quale facevo parte la riqualificò, ripulendola dal degrado, creando un polo alternativo. Ma poi, un giorno, passando di lì m’accorsi che la villa era stata chiusa con all’interno i libri portati durante un’iniziativa nella quale si scambiavano i volumi. E, nelle vicinanze, c’era anche un rogo tossico. Questa, per me, è la metafora della giunta di Francesco Piemonte. Non ha avuto percezione il dolore di chi vive in città. A Sant’Antimo si vive male. Il territorio non è morto. È in stato di decomposizione. Ricordiamo che ci sono circa 200 beni confiscati alla criminalità organizzata da riassegnare ai cittadini e alle associazioni. Noi chiederemo un censimento dettagliato.

Cosa pensa invece degli altri candidati sindaci, Corrado Chiariello, Aurelio Russo, Adriana Palladino e Giuseppe Italia?

Sul personale, nulla da dire. Qualcuno di questi non li conosco proprio, perché noi siamo vergini e non facciamo neanche tanti calcoli elettorali. Ma a tutti loro lancio l’appello di sciogliere le alleanze politiche in vista delle elezioni. Lo facciano per il popolo. Sarebbe una svolta storica. Anche ai cittadini diciamo: non prostituitevi elettoralmente, siate consapevoli nella scelta.

Cosa fare per venire incontro alle esigenze della gente?

Attueremo un reddito di cittadinanza comunale istituendo un 5×1000 destinato a 150 famiglie del territorio per 6 mesi e a rotazione. Così passeremmo dal welfare, al workfare, con un registro degli inoccupati ai quali garantire informazione per meglio affrontare il mondo del lavoro, che al giorno d’oggi non si cerca ma si attira.

Altro tema da campagna elettorale è quello dell’urbanistica

Certamente. Sant’Antimo ha un piano regolatore che risale al 1976 che non tiene conto del decoro e di una vera pianificazione. Ogni 4 anni provano a farlo, ma poi puntualmente viene bocciato perchè non corrisponde alle varie normative. È importante anche redigere il Piano Urbanistico Comunale, necessario per sviluppare il commercio e i poli produttivi della città e riprenderci anche il bosco di Capezza, ora non al massimo dello splendore. La nostra idea è che il Puc venga realizzato con la partecipazione di cittadini e associazioni.

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