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giovedì, Aprile 25, 2024
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OMICIDIO A MARANO. ‘Maurizio’ forse vittima di un agguato, il giallo delle telecamere: si scava nella vita privata del gioielliere

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Gli elementi a disposizione dei carabinieri sull’omicidio di Salvatore Gala (chiamato da tutti Maurizio, ndr) non danno spazio ad una sola pista. Chi ha agito conosceva bene le abitudini del gioielliere ammazzato in via Merolla. Sapeva che spesso si intratteneva fino a tardi nel negozio di via Merolla, dove a volte dormiva anche. Il segnale che era lì era quell’auto gialla che non passava di certo inosservata. Salvatore è stato visto l’ultima volta nei pressi del suo negozio poco prima delle 21:30, quindi quello che sembra avere tutti i crismi di un omicidio si è consumato tra le 22 di lunedì sera e le 6 di stamattina. Inizialmente la pista più seguita era quella della rapina finita nel sangue. La cassaforte svuotata ed il corpo riverso a terra hanno fatto pensare a questa ipotesi, ma ci sono aspetti non chiari. E’ stato lo stesso Salvatore ad aprire la serranda ai killer? Li conosceva? Perchè ammazzare un uomo e non rapinare solo il locale? I carabinieri di Giugliano che stanno indagando sul caso sospettano che la sparizione dei monili dalla gioielleria sia solo una messa in scena per nascondere un agguato. Chi ha ucciso Salvatore ha avuto anche il tempo di prendersi il dvd delle telecamere attive nel negozio, mentre quella posizionata all’esterno non avrebbe ripreso nessuno. La vittima è stata uccisa con un colpo di pistola alla testa, l’arma non è stata trovata. Gli inquirenti stanno scavando nella sua vita privata per ricostruire gli ultimi attimi di vita.

Dunque l’ipotesi della rapina non sarebbe quella privilegiata, malgrado la cassaforte sia stata trovata aperta e vuota. Tra le persone che i carabinieri di Giugliano hanno ascoltato in caserma, figura anche l’ex moglie della vittima.

“Ho aperto la porta della gioielleria e l’ho trovata a soqquadro: la cassaforte era aperta e vuota. Poi mi sono affacciato dietro il bancone. C’era il corpo di Salvatore, in una pozza di sangue. Una scena raccapricciante”. Con queste parole Giuseppe Iavarone, descrive il momento in cui si è trovato davanti al cadavere di Salvatore Gala, il gioielliere di 43 anni, verosimilmente ucciso nel corso di una rapina nel suo negozio, a Marano (Napoli). Gala si chiamava Salvatore ma molti a Marano lo chiamavano con il soprannome di Maurizio. I familiari, dopo avere recuperato le chiavi di riserva del locale, hanno chiesto a Iavarone di aprire. “Non volevo dirlo alla madre – continua – ma lei ha capito tutto, guardandomi in faccia”. Davanti alla gioielleria Gala c’è il pm di turno della procura di Napoli nord che sta coordinando le indagini dei carabinieri di Giugliano. In questo momento sono arrivati i carabinieri del nucleo investigativo, sezione rilievi scientifici, di Castello di Cisterna. La famiglia Gala è molto nota a Marano. La gioielleria fu aperta in passato dal padre di Salvatore Gala, e poi era passata in gestione alla vittima.

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“Quando ho aperto il negozio, alle 6:40, – dice ancora Giuseppe Iavarone – la saracinesca della gioielleria era già aperta. Non ho sospettato che fosse successo qualcosa. Poi è arrivata la zia, cha ha bussato alla porta del negozio, ma nessuno ha aperto. Alle 9 è tornata la sorella, che poi si è recata a Qualiano, dove la famiglia abita, per recuperare le chiavi di riserva. Quando è tornata ha chiesto a me il piacere di aprire il negozio. Mi sono trovato di fronte un negozio messo a soqquadro. La cassaforte era aperta è vuota. Quando mi sono affacciato al bancone davanti mi sono ritrovato una scena raccapricciante: Salvatore era a terra, in una pozza di sangue. Non so dire se è stato vittima di un colpo di pistola o di una martellata in testa”. Giuseppe Iavarone definisce Salvatore, che in città veniva chiamato anche Maurizio, come un giovane “tranquillo, un po’ solitario, ma tranquillo”. Il comune di Marano, sciolto per infiltrazioni mafiose alla fine del 2016, è amministrato da una commissione straordinaria composta dal prefetto Antonio Reppucci, dal vice prefetto Maria Ludovica De Caro e dal funzionario Francesco Greco. A breve diventerà anche sede di una compagnia dei carabinieri. “Non ho mai avuto problemi – dice ancora il titolare della lavanderia – mi sento tranquillo ma, ultimamente la criminalità si sta facendo sentire di più”.

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