Un agente di polizia penitenziaria è stato aggredito a pugni da un detenuto nel carcere di Foggia ed è stato condotto in ospedale per farsi medicare. E il segretario nazionale del Sappe, il Sindacato autonomo della polizia penitenziaria, Federico Pilagatti, scrive in una nota che “non si ferma più lo stillicidio giornaliero di aggressioni a poliziotti penitenziari da parte dei detenuti che, nonostante ciò, vengono coccolati dall’amministrazione penitenziaria, che prepara per loro corsi professionali, spettacoli, iniziative varie che vengono abbondantemente pubblicizzate”.
Ormai, si legge ancora nella nota di Pilagatti, “nelle carceri pugliesi è saltato qualsiasi livello di sicurezza poiché i detenuti si sono resi conto della carenza di poliziotti e dell’inadeguatezza dell’amministrazione penitenziaria, che ha ormai abdicato al proprio ruolo. A Foggia (come nelle altre carceri pugliesi) negli ultimi anni l’organico è diminuito di decine di unità a causa di pensionamenti o riforme, senza alcun rimpiazzo, nonostante tantissime denunce, tanto da portare la carenza del carcere di Foggia a oltre 50 unità (oltre 500 per l’intera regione)”.
“Il Sappe ritiene che si sia giunti a un punto di non ritorno e che
se non si prenderanno i necessari provvedimenti, a breve potremmo assistere a situazioni molto drammatiche – conclude la nota – Tutto ciò mentre il capo del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, si diletta a cercare nuovi vocaboli per non infierire sulle poveri detenuti. Che tra non molto potrebbero non chiamarsi così, ma ‘persone diversamente libere’, alla faccia delle vittime dei delitti, delle loro famiglie e della certezza della pena”.
«Detenuti coccolati, noi picchiati», la polizia penitenziaria si ribella dopo l’ennesima aggressione
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