QUALIANO – La rivolta degli assetati. In quattrocento ieri mattina hanno bloccato Piazza Kennedy per protestare contro la cronica mancanza d’acqua. Protagonisti: campanelle, fischietti ma soprattutto l’insofferenza dei cittadini per problemi tutti da risolvere. Acqua. L’emergenza ritorna. Da quasi cinque giorni i rubinetti di mezzo paese sono a secco. Ieri mattina è scattata la protesta. Clamorosa. I cittadini adirati hanno sbarrato con i cassonetti dell’immondizia le quattro vie d’accesso alla piazza. Un presidio inquieto e rumoroso. Una manifestazione in cui alla rabbia di chi ha sete e di chi deve pagare le autobotti per riempire le cisterne, si affianca quella di chi teme per i campi aridi, di chi non ha lavoro, di chi fatica a “campare”. Una contestazione violenta, le invettive contro gli amministratori locali, le sirene spiegate dei carabinieri. Attimi concitati di trambusto, la rissa sfiorata. Alle 11 la piazza viene bloccata. Traffico in tilt da Villaricca e da Giugliano. Caos in piazza Rosselli, ingorghi a via Venezia, via Palumbo. In meno di dieci minuti si formano code da e per Qualiano. Sul posto intervengono gli agenti di polizia, carabinieri, Uigos. Nel traffico rimangono imbottigliati decine di autobus.
A subire i disagi maggiori per la carenza d’acqua sono gli abitanti del centro storico, del Rione Principe, via Campana, via Santa Maria a Cubito, quartiere Cardinale. Cause diverse, stesso risultato: in migliaia di case di Qualiano l’ acqua arriva a singhiozzo di giorno e manca del tutto la sera, quando l’ acquedotto non riesce a far fronte al fabbisogno dei 24mila abitanti. “Non ne posso più di riempire secchi d’ acqua – sbotta la signora Enza -. Da un paio di giorni sto cucinando con l’acqua minerale”. “E’ vergognoso: per avere un po’ d’acqua siamo costretti a pagare le botti private e intanto il sindaco continua a prenderci in giro” accusa il signor Franco, 60enne residente in via Antica Consolare Campana. Si sa che ormai la gente s’ è attrezzata per prendersi l’ acqua negata. Ovvero che tanti titolari di autobotti private riempiono i loro mezzi vendendo l’ acqua a peso d’ oro. Non solo a Qualiano. Perché questo a Napoli è un mestiere come un altro. “E’ un mese che l’acqua va e viene, siamo stanchi di pagare i privati: vogliamo garanzie precise” urla Anna Matrullo, 56 anni, pasionaria della rivolta. La rabbia si mescola alla disperazione. Una miscela esplosiva che dà fuoco alla polemica politica fra maggioranza ed opposizione. “E’ una situazione gravissima – commenta il capogruppo della Margherita, Andrea Granata – che si aggiunge al lungo elenco di inadempienze di questa amministrazione. La gente è stanca e ne ha abbastanza delle fandonie elettorali. E’ ora che si decidano a fare qualcosa di concreto”.
Sono le 12:45 quando sul posto arriva il primo cittadino, Michele Schiano di Visconti, eletto nella Casa delle Libertà, accompagnato dal capogruppo di Forza Italia, Giovanni Palma. Gli animi si accendono, il sindaco si difende: “La colpa non è del Comune. Manca l’acqua e il serbatoio centrale di Mugnano non può pomparla. L’ente che gestisce il servizio mi ha assicurato che a breve l’acqua ritornerà. Comunque domattina (oggi, ndr) avrò un incontro con i dirigenti regionali per il via libera al nostro nuovo acquedotto. Il serbatoio di via Santa Maria a Cubito garantirà l’autonomia idrica della cittadina anche per dieci giorni in mancanza dei rifornimenti dall’acquedotto centrale. Entro poche settimane avremo risolto il problema acqua a Qualiano”. La solennità dell’ annuncio merita la fiducia della piazza. I cittadini rompono le barricate, piazza Kennedy riapre al traffico. “Con la speranza – spiega la signora Anna – che crederci oggi non significhi scoprirsi creduloni domani”